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I mezzi tecnici influenzano la partecipazione e la democrazia
Gli sviluppi tecnologici hanno
sempre provocato l’aumento delle persone che hanno accesso alle diverse
opportunità: i mezzi tecnici sono sempre stati, direttamente o
indirettamente, anche degli strumenti che hanno favorito di democrazia.
Da poche elite che potevano beneficiare degli strumenti e delle
tecniche a disposizione, le scoperte tecnologiche hanno dato origine a
fenomeni di massa. Vedi, ad esempio, il caso dei trasporti e la
possibilità che la diffusione degli stessi ha dato alle persone di
allargare la propria conoscenza di luoghi e di persone e, in questo
modo, di aumentare la libertà di movimento e di conoscere tante più
cose. Le innovazioni tecniche sono sempre state portatrici anche di
partecipazione e, a conti fatti, di libertà. Tutto questo è avvenuto,
anche, per la circolazione delle informazioni, per la possibilità delle
persone di far conoscere il proprio pensiero e per conoscere quello di
altri.
Dai tempi dei libri scritti a mano,
ai libri e ai giornali stampati, le persone hanno sempre potuto
comunicare tra di loro; hanno sempre potuto diffondere le proprie idee
solo che ai tempi in cui non era tecnicamente facile e veloce produrre
gli oggetti della comunicazione (i libri), si comunicava poco, la
comunicazione si diffondeva limitatamente e, cosa forse più importante,
non tutte le persone potevano avere accesso alle fonti di informazione
e, a loro volta, comunicare e far sentire la propria voce. Da una
situazione in cui erano pochi a poter comunicare le proprie idee, come
ai tempi dei libri scritti a mano, si è passati - con Facebook, Twitter
eccc... , ad una comunicazione molto facile ed alla portata di tutti.
Con
le prime ed antiquate
tecnologie (il libro scritto a mano), comunicare era un'opportunità
riservata alle classi dominanti e ricche perché i mezzi per comunicare
erano pochi, di difficile utilizzo, di costo elevato; ora con le
tecnologie che tutti conosciamo, è molto facile per tutti
comunicare.Paradossalmente, però, le nuove tecnologie rendono anche più
facile bloccare la diffusione delle idee. Vedremo come.
In questo progresso per quanto
riguarda la comunicazione assistiamo anche ad un altro fenomeno mai
visto prima ma che, a ben vedere, altro non è che il naturale e
continuo sviluppo di una tendenza visibile fin dai tempi di Gutenberg:
una volta erano pochi coloro che potevano comunicare le proprie idee ed
erano sempre pochi quelli che potevano avere accesso alla conoscenza ,
progressivamente si arrivati al punto in cui non si ha più una netta
distinzione tra chi "parla" e chi "ascolta" ma, almeno sul piano
teorico, noi tutti abbiamo le stesse possibilità di ascoltare
quanto gli altri hanno da dire e di dire la nostra.
Vediamo queste idee nell'ambito dei casi:
Dal caso 1, Gutenberg e la stampa a
caratteri mobili, veniamo a sapere che prima dell’avvento della stampa
a caratteri mobili (1450) esistevano in Europa non più di 30.000 libri,
ma già cinquant’anni più tardi si contavano 60 stampatori nelle città
tedesche e alla metà del Cinquecento, cento anni dopo, erano
disponibili più di 9 milioni di volumi, prodotti da più di 1700
tipografie in tutt’Europa. Questi dati sono evidenti indicatori di come
la nuova tecnologia abbia enormemente allargato la platea di persone
che si possono informare, documentare, costruirsi proprie idee. Sempre
nel caso 1, Martin Lutero, definisce il torchio da stampa “un dono
divino” in quanto attraverso la produzione quasi di massa di libri, le
persone non hanno più bisogno della mediazione delle gerarchie
per gerarchie ecclesiastiche, guadagnando, così, di libertà
Il caso 2 “la censura in internet”
ben evidenzia come le autorità cinesi si siano opposte alla libera
circolazione delle idee, nel caso specifico attraverso l’uso del motore
di ricerca Google, ponendo limiti alle potenzialità offerte dalle
tecnologie di rete e di come sia facile censurare la libera espressione
del pensiero con il semplice intervento sugli algoritmi di
funzionamento del motore di ricerca Google. Censura che causa problemi
al limite del comico come evidenzia Gianpaolo Visetti o che viene
mistificata (vedi la dichiarazione di portavoce governativa Jang Yu)
attraverso dichiarazioni che sostengono l’esatto opposto di quanto è
sotto gli occhi di tutti. Il ministro dell'Ufficio informazioni del
consiglio di Stato, Wang Chen arriva al punto di attribuire ad internet
la colpa del dilagare della pornografia e sostiene che il popolo vada
educato e l’opinione pubblica guidata (sempre da internet che,
ovviamente, deve essere controllato da chi sa cosa sia giusto e cosa
sbagliato). A questa interpretazione del concetto di libertà e del
ruolo del governo si oppone Luca Rinaldi, sempre nel caso 2.
Il valore della libertà, proprio
per la facilità tecnica con cui può essere limitata ai tempi di
internet è sottolineato da Hillary Clinton che arriva a proporre
un codice etico tra stati per preservare la forza di internet
come strumento di democrazia e libertà. Ma l’accesso ai mezzi che promuovono la democrazia non stata ben vista dal potere.
Ancora nel caso 1, Gutenberg e la
stampa a caratteri mobili, leggiamo che le istituzioni (politiche e
religiose) si dimostrano poco favorevoli alla diffusione della stampa
poiché la diffusione dei libri viene vista come un pericolo per la loro
autorità e, così, in quasi tutti i paesi europei si emanano leggi che
controllano l’attività dei tipografi.
Erasmo, caso 1, assume una
posizione contraria a quella di Lutero ritenendo che solo alcuni, pochi
libri contengano cose degne di essere lette e propugna il ritorno
all’interpretazione data dai Padri della Chiesa non riconoscendo alla
gente comune non la capacità di giudizio autonoma.
Alla diffusione dei libri grazie
alla stampa viene imputato (caso 1, Elisabeth Eisenstein) anche l’aver
fomentato la guerra come conseguenza della violenza con cui le idee
diverse dovettero essere difese!
Marshall McLuhan, certamente
uno dei più autorevoli studiosi della comunicazione, nel caso 1,
rileva come il transitare dell’informazione attraverso i mezzi di
comunicazione di massa, cioè attraverso un limitato insieme di
strumenti attraverso i quali la comunicazione fluisce, consente al
potere di controllare in modo più efficace l’informazione stessa se non
quando la stessa veniva generata dalle singole, e innumerevoli, persone.
Nel caso 3, i social network, due
giornalisti della CNN documentano come nella Rivoluzione Verde
iraniana, la rete abbia avuto un ruolo fondamentale per far conoscere
tanto all’interno del Paese quanto al di fuori i brogli elettorali ed
altri soprusi commessi dal potere in carica. Il potere dei mezzi di
comunicazione diffusi, come internet, blog, Twitter, per promuovere la
democrazia e la libertà è testimoniato anche dalla violenta repressione
messa in atto dal regime contro blogger e fornitori di servizi di
rete.
Nel caso 4, nascita dell’opinione
pubblica e dei giornali di informazione, viene descritto come, grazie
ai mezzi di informazione, ad esempio i giornali, cominciano a farsi
sentire dei movimenti di opinione che incidono nella realtà anche
attraverso il controllo delle attività del governo.
Il punto di vista di d’Alembert
rende evidente come la diffusione dei mezzi di informazione ed il loro
impatto sull’opinione pubblica ponga la questione dell’onestà di chi fa
informazione e mette in guardia contro il pericolo che chi gestisce
quegli strumenti di informazione lo faccia in mood libero e non con
atteggiamento di cortigiano.
Altri pensatori dell’800
evidenziano un pericolo di segno opposto: che l’opinione pubblica
diventi una sorta di “pensiero di massa”, privo di base riflessiva e
critica e che diventi un atteggiamento di conformismo, più che di
libertà autentica.
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