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Elisabeth Eisenstein (1923 - )
Nel saggio “The Printing Press as
an Agent of Change”, trad. It. “La Rivoluzione inavvertita”, Il Mulino,
Bologna 1986, la studiosa americana, parlando dell’invenzione della
stampa nel 1450 e del suo ruolo nella Riforma della Chiesa e nelle
sanguinose guerre di religione, dice:
“alla luce della carneficina che ne seguì, è difficile immaginare come
qualcuno potesse considerare una autentica benedizione la riproduzione
più efficiente di testi religiosi. Salutata da ogni parte come un’arte
pacifica, l’invenzione di Gutenberg contribuì, probabilmente più di
ogni altra cosiddetta arte della guerra, a distruggere la concordia
cristiana e a scatenare la guerra religiosa”. Con la stabilità della
stampa, con il testo messo nero su bianco, “una volta presa posizione
era più difficile ribaltarla. Le battaglie di libri prolungarono la
polarizzazione e le guerre di opuscoli accelerarono il processo”.
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