La personalità più nota e importante della cultura europea al
tempo della Riforma della Chiesa è l’olandese Erasmo da Rotterdam
(1465-1536). Uomo colto, fautore della “religione del cuore”, cioè di
quella Fede che tiene lontana l’esteriorità ritualistica e
l’immoralità. Per questo critica la corte papale, il lusso, l’ignoranza
del clero e tutte le manifestazioni della religiosità romana medioevale.
Erasmo, studioso dei testi greci e latini, predica un diretto ritorno
alle fonti, ai padri della Chiesa e alla Sacra scrittura, attraverso
l’analisi approfondita dei testi migliori e più antichi.
Non accoglie, dunque, l’invenzione della stampa in modo positivo, ed
infatti dice: “in quale angolo del mondo ancora non vola questo sciame
di nuovi libri? Può anche essere che uno qua e uno là contribuisca a
qualcosa che sia degno di essere conosciuto, ma un eccessivo numero di
essi è pericoloso per gli studiosi, perché produce sazietà, e anche
delle cose buone la sazietà è dannosa [...]. Gli stampatori stanno
riempiendo il mondo di libri, non solo di opere insignificanti (come,
forse, quelle che io scrivo) ma anche di libri stupidi, ignoranti,
diffamatori, deliranti, irreligiosi e sediziosi [...]”.