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Martin Lutero
Il 31 ottobre 1517, poco più di sessant’anni dopo la pubblicazione
della Bibbia di Gutenberg, il monaco Martin Lutero affigge, secondo
l’uso del tempo, sul portale della chiesa di Ognissanti di Wittenberg,
le sue “Novantacinque tesi”, o affermazioni, con l’intenzione di
esporre le sue teorie e aprire un dibattito sulla sua contestazione
rivolta alla teologia e alla condotta della Chiesa di Roma. Lutero
rifiuta alcune pratiche religiose istituite e svolte dalla Chiesa, come
le indulgenze, le penitenze, i pellegrinaggi, le “opere buone”; non
riconosce alla Chiesa il ruolo di intermediaria tra Dio e l’uomo.
La disputa teologica provoca la rottura con la Chiesa romana e dà l’avvio alla Riforma Protestante.
Uno dei fondamenti del protestantesimo è l’importanza data ai Testi
Sacri nello stabilire le regole della Fede. Diventa quindi
indispensabile per i credenti l’interpretazione nell’intimo della
coscienza dei testi sacri e la lettura diretta del Libro, non più
mediata dalle gerarchie ecclesiastiche, dall’intervento della Chiesa.
Questo necessita una produzione in grande quantità di libri e a costi
contenuti: la stampa è arrivata al momento giusto per garantirsi un
vasto ‘mercato’. Lutero definisce il torchio da stampa “l’ultima e la
più grande benedizione di Dio”.
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