INGHILTERRA: “The spectator”
The Spectator è il nome di un quotidiano inglese uscito dal
marzo 1711
al dicembre 1712. Fu fondato dal politico, scrittore e drammaturgo Joseph
Addison. Lo Spectator è considerato come uno dei primi esempi di giornalismo
moderno; incentrando la linea editoriale più sull'analisi di questioni
sociali che sulle dispute politiche, il giornale inglese riuscì a
conquistare molti lettori, raggiungendo una tiratura di oltre 10.000
copie, un record per l'epoca. Secondo le stime di Addison il giornale
veniva però letto da circa 60.000 persone, ossia circa un decimo della
popolazione della Londra di inizio '700. Ogni numero è ambientato in un
club, pretesto utilizzato per porre a confronto le diverse categorie
sociali che nei club normalmente si incontrano: avvocati, commercianti,
militari, letterati, riservando al giornalista il ruolo imparziale di
spettatore (spectator, per l'appunto).
L'ideale che anima le pagine del giornale è costituito dall'idea che il
dialogo sociale sia garanzia di benessere e miglioramento della società
stessa, e che in questo dialogo il giornalismo debba avere il ruolo di
contribuire alla creazione dell'opinione pubblica, mostrando e, se
necessario, criticando, i diversi punti di vista.
Il successo dello Spectator fu tale che superò i confini
dell'Inghilterra, anche in seguito alla chiusura, nel 1712, le ristampe
che raccoglievano in volume i numeri del giornale inglese circolarono
in molte copie in Europa, generando anche tentativi di emulazione.
ITALIA: Il Caffè
Il Caffè (pubblicato dal giugno 1764 al maggio 1766) nacque a Milano ad
opera di Pietro Verri e del gruppo che era solito raccogliersi
all'Accademia dei Pugni.
Il titolo prendeva ad esempio il periodico inglese di Addison The
Spectator ("Lo spettatore") e serviva a presentare la rivista come
punto di raccolta delle discussioni che si tenevano in un caffè, che
era divenuto un luogo d'incontro per dibattere di argomenti politici e
sociali.
La rivista usciva ogni dieci giorni. La caffetteria diventava un luogo
di incontro e di discussione, una specie di luogo reale-ideale dove si
potevano creare quelle condizioni adatte a far nascere i periodici con
la partecipazione attiva (con la discussione) e passiva (con la
lettura) dei lettori.
Componente essenziale della battaglia illuministica del "Caffè" è la
sua prospettiva linguistica. Il problema della diffusione dei lumi è
infatti anche un problema del linguaggio: "cose e non parole" è uno dei
motti del "Caffè", il cui linguaggio non si limita a riprodurre
passivamente la realtà, ma deve sapere attraversarla e spiegarla.
FRANCIA: L’ami du peuple
Il 12 settembre 1789, mentre seguiva attentamente i lavori
dell’Assemblea Nazionale, nei quali si discuteva sul progetto di una
Dichiarazione dei diritti dell’uomo (che venne poi votata il 26
agosto), J.P. Marat iniziò le pubblicazioni del giornale l’Ami du
peuple (l’Amico del popolo)il cui sottotitolo era “consacrare la vita
alla verità”. Il successo di questo quotidiano fu sancito anche dalla
possibilità data ai lettori di vedere pubblicate le proprie lettere
nelle quali per la prima volta poterono venire denunciate le malefatte
dei potenti. E fu proprio in seguito alla pubblicazione di una di
queste lettere, che accusavano di corruzione un funzionare del ministro
delle finanze Necker, che per Marat si apriranno addirittura le porte
del carcere. Una volta libero, Marat pubblicherà prima un articolo
intitolato “Le infami manovre del ministro Necker” e poi un altro
“Denuncia contro Necker”. Il nuovo mandato d’arresto costrinse Marat
alla fuga in Inghilterra dove nel febbraio 1790 scrisse una Nuova
denuncia contro Necker che si concludeva con queste parole: “ la mia
penna è ancora libera e finché voi sarete al timone del governo vi
perseguiterà senza tregua: senza posa svelerà le vostre malversazioni
[...] per togliervi il tempo di tramare contro la patria, vi strapperà
al riposo, radunerà al vostro capezzale le nere preoccupazioni, i
dispiaceri, i timori, le ansie, le angosce, fino a che, lasciando
cadere dalle mani le catene che ci preparate, cerchiate spontaneamente
la salvezza nella fuga”.