La rivoluzione della cultura umanistica
Nel Quattrocento, l’umanista
Lorenzo Valla (1405-1457) contribuisce alla nascita della Filologia
come studio scientifico della parola, capace di svelare la verità nelle
vicende, nelle istituzioni, negli usi e costumi dell’uomo.
La diffusione della stampa a
caratteri mobili contribuisce alla riscoperta dei testi e degli
scrittori classici greci e latini, e permette la produzione della
cultura dentro la città, fino ad allora esclusiva dei monasteri e degli
ambienti ecclesiastici. Il lavoro delle tipografie si sovrappone al
lavoro dell’amanuense che doveva velocizzarsi sempre di più per le
crescenti richieste di testi da parte delle Università e dei nuovi
professionisti.
Le istituzioni politiche e
religiose si dimostrano particolarmente sensibili al successo della
stampa poiché intravedono nella diffusione dei libri un pericolo per la
loro autorità. La preoccupazione nasce dal fatto che qualsiasi
artigiano può ormai produrre e vendere liberamente opere letterarie. In
quasi tutti i paesi europei si emanano leggi che controllano l’attività
dei tipografi. A Milano, nel 1483, e nella Repubblica di Venezia, nel
1545, c’è bisogno di privilegi concessi dalle autorità per poter
produrre un libro a stampa. In Inghilterra, un editto del 1662 concede
solo al re la possibilità di regolare la produzione e la vendita di
libri.
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