Documento del mese

…il mio povero Padre era discedente d’una Welsperg

Sugli eredi dei Welsperg a Fonzaso (BL)

Lettera di Enrico Sarnthein a Heinrich Welsperg del 29 dicembre 1896. ApBz, Archivio di famiglia Welsperg-Primör, n. 1590 (fol. 165-166).

Il 29 febbraio 1840, nell’edificio che era appartenuto ai conti Völs, situato a Bolzano nel vicolo Hintergasse (attuale via Vintler n. 16), moriva Johann Nepomuk conte Welsperg, un tempo alto funzionario dell’amministrazione austriaca risp. bavarese (cfr. Schlern quaderno 3, 2021, pp. 4-25). Egli era l’ultimo esponente dei Welsperg del ramo di Primiero, che con lui quindi si estinse. A causa dei rapporti in alcuni periodi tesi all’interno della casata tra la linea di Primiero e quella di Langenstein, non sorprende che Johann Nepomuk lasciò il suo considerevole patrimonio allodiale non ai cugini “tedeschi” (anche sua madre era una Welsperg, discendente dalla linea Langenstein), bensì alle figlie delle sue sorelle Theresia sposata contessa Khuen, che visse con il fratello fino alla sua morte e venne a mancare soltanto un giorno prima di lui, per la quale ad ereditare furono le figlie Johanna, sposata a Prato, e Anna, sposata d’Arsio (erede del palazzo sito a Bolzano), e alla sorella Maria Anna, sposata contessa Sarnthein, per la quale l’eredità andò ai suoi figli Ludwig – marito della cosiddetta sposa francese Annette di Menz –, Joseph e Marquard Sarnthein.
Quest’ultimo non ottenne dai Welsperg soltanto il Reise-Chaise mit Gläsern (una carrozza da viaggio) bensì, dopo la suddivisione dell’eredità con i suoi fratelli, anche i beni welsperghiani a Fonzaso presso Feltre. Ben presto Marquard trasferì il proprio centro d’interessi nel Veneziano. Tutto sommato lui e la sua famiglia sembrano essersi identificati piuttosto velocemente con il nuovo ambiente: nel 1863 Marquard divenne Deputato degli estimati nobili presso la Congregazione provinciale di Belluno, suo figlio Norbert, tra il 1856-59 ancora priore a San Martino di Castrozza, sposò nel 1866 la feltrina Marianna Guarnieri; da quest’unione nacque la loro figlia Maria, che contrasse matrimonio con Remigio Rocca di Alba in Piemonte, capitano imperiale italiano, e il loro figlio Guido, ufficiale del regio esercito italiano, tra le cui fila perse la vita il primo marzo 1896 nella battaglia di Adua.
Come proseguì la storia della famiglia Sarnthein a Fonzaso è in parte documentato all’interno dell’archivio Toggenburg. Nell’archivio Welsperg, invece, sono conservate quattro lettere di Enrico (Heinrich) Sarnthein, il secondo figlio di Marquard, destinate a Heinrich Welsperg risp. a sua moglie, la baronessa Caroline Moll. Il loro contenuto permette di gettare uno sguardo sui rapporti (di dipendenza), talvolta un pochino tesi, tra gli esponenti della linea Sarnthein e i più ricchi Welsperg di Fiera di Primiero.
Il 27 marzo 1894 Enrico si lamentava della mancata visita a Fonzaso da parte di Heinrich: T’assicuro Enrico che mi spiace questa faccenda a non pocco, bensi lontana la nostra perantella tuttociò il mio povero Padre era discedente d’una Welsperg e frà Voi e noi gi [!] si trattava da parenti, e ciò non puoi sicuro negarmelo. Una spiegazione alla freddezza della relazione può essere probabilmente individuata nella delusione per la già citata destinazione dell’eredità di Johann Nepomuk. Welsperg, tuttavia, non doveva essere stato sempre così sprezzante, visto l’aiuto prestato a Sarnthein per ottenere la cittadinanza austriaca (ci hai aperto la via di poter ottenere la cittadinanza austriaca). Enrico Sarnthein non voleva che il correlato diritto di cittadinanza, ossia il formale inserimento in un comune della monarchia asburgica, fosse ottenuto nel Comune di Sarnthein, dove la tassazione pretesa di 200 fiorini gli appariva troppo alta: una somma troppo fortissima per le mie finanze (Fonzaso, 1896 dicembre 29). Dopo la morte di Konrad Welsperg (LINK) Sarnthein manifestò a Heinrich Welsperg la sua partecipazione al lutto, nella stessa lettera di condoglianze, tuttavia, si soffermava profusamente e con poco tatto sulla crescita dei suoi figli (i miei figliuoli crescono a nostra consolazione fin’ora, che Iddio mè li conservi e benedica), sul tempo e il raccolto (Fonzaso, 1898 luglio 11). Enrico Sarnthein trascorse l’ultima parte della sua vita in solitudine e relativa povertà. Nell’ultima lettera ricevuta dalla famiglia Welsperg e indirizzata a Caroline de Moll, vedova di Heinrich, riferiva: quanto bene mi farebbe un piccolo ajuto pecunario mensile sia pur piccolo per me sarebbe un balsamo […] se non mi strocco con Lei con chi debbo farlo. Non ho più fratello, non ho più moglie ne figli al mondo. (Arco, 1912 gennaio 5)

Nel volume dedicato agli atti del convegno “I Welsperg. Aspetti di una biografia familiare”, a breve pubblicato all’interno della collana “Pubblicazioni dell’Archivio provinciale di Bolzano” (n. 51), si affrontano moltissimi altri aspetti della storia dei Welsperg.

pt

PT

Galleria fotografica