Rete Re.a.dy, riconoscere il diritto dei bambini di tutte le famiglie

Nella Giornata dei diritti dell'infanzia la rete Re.a.dy ricorda che il diritto dei bambini a una famiglia è fondamentale anche per i bambini nati da relazioni non eterosessuali

BOLZANO (USP). La Provincia di Bolzano fa parte della rete Re.a.dy dal 2019. Le amministrazioni pubbliche si sono impegnate ad agire contro la discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere. La rete conta circa 300 partner in tutto il territorio nazionale. In Alto Adige i membri della rete sono attualmente 27, tra cui la Provincia autonoma di Bolzano, numerosi Comuni, alcune Comunità comprensoriali e la Consigliera di parità.

In occasione della Giornata dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, il 20 novembre, gli enti della rete hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui chiedono al legislatore di consentire anche ai bambini nati da una relazione non eterosessuale il riconoscimento della loro famiglia. Inoltre, sottolineano la disparità di trattamento dei figli di genitori dello stesso sesso, in quanto la vita familiare non è ancora compiutamente tutelata. In particolare, la rete chiede il riconoscimento anagrafico della doppia genitorialità. E, prende posizione contro tutte le discriminazioni e le violenze che le persone transgender e non binarie devono affrontare nella vita quotidiana.

Il testo completo della dichiarazione

Oggi, “Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza”, noi enti della Rete Re.a.dy (Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni che opera per il superamento delle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere), ricordiamo che l’art. 2 della Convenzione sui diritti dell’Infanzia, ratificata dallo Stato Italiano nel 1991, prevede che “gli Stati parti adottano tutti i provvedimenti appropriati affinché il fanciullo sia effettivamente tutelato contro ogni forma di discriminazione…”. Per rendere effettivo questo impegno, chiediamo al Legislatore di intervenire per consentire anche ai bambini e alle bambine nat3 da un progetto familiare di una coppia non eterosessuale di vedere riconosciuta la loro famiglia al pari delle altre famiglie.

Vogliamo continuare a tenere alta l’attenzione sulla disparità di trattamento che subiscono i bambini e le bambine delle famiglie omogenitoriali, che nel nostro Paese non hanno gli stessi diritti di figli e figlie nat3 e cresciut3 da coppie di persone eterosessuali.

La vita famigliare delle persone LGBT+ risulta, entro l'assetto normativo esistente nel nostro Paese, non ancora compiutamente tutelata, generando disparità di trattamento nel quadro degli Stati dell'Unione europea e di fatto discriminando in primis bambini e bambine, che non vedono riconosciuto il loro diritto ad avere due genitori.

Come già ribadito il 12 maggio 2023, durante  la manifestazione “Le Città per i Diritti” a Torino, alla quale parteciparono Amministratori e Amministratrici da tutta Italia, non è più procrastinabile un intervento legislativo, più volte richiamato anche dalla Corte Costituzionale, che consenta ai Comuni di assicurare ai figli e figlie delle coppie omogenitoriali piena tutela attraverso il riconoscimento anagrafico della doppia genitorialità; sui Sindaci e sulle Sindache, in particolare, si concentrano sia le richieste di intervento per agire come ufficiali di stato civile nelle iscrizioni anagrafiche di figli e figlie delle coppie omogenitoriali sia le intimazioni delle autorità di governo a non farlo. Una situazione di intollerabile incertezza, generativa di ingiusta e dolorosa tensione sociale ed umana.

Oggi, 20 novembre, ricorre anche la Giornata internazionale in ricordo delle vittime di transfobia, che, come ogni anno, vede molti Enti partner della Rete impegnati ad organizzare iniziative di sensibilizzazione per contrastare i frequenti episodi di discriminazione e violenza che subiscono le persone transgender e non binarie. La coincidenza delle due giornate consente pertanto di evidenziare la necessità che tutte le istituzioni agiscano affinché le persone adolescenti non debbano più subire bullismo e violenze a causa della loro identità di genere nelle scuole e in ogni ambito della vita sociale.

Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito Rete RE.A.DY.

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