Bostrico: rafforzare la prevenzione durante i mesi invernali

La proliferazione dell’insetto nei boschi si è diffusa ulteriormente coprendo una superficie di circa 4000 ettari, un terzo in meno rispetto al 2022. I dati presentati oggi dall'assessore Schuler.

Non si arresta la proliferazione di bostrico nei boschi dell’Alto Adige, nonostante una lieve flessione rispetto ai dati diffusi nello stesso periodo dello scorso anno. “Complessivamente sono 4000 gli ettari di nuova superficie forestale attaccati da questo insetto, che si aggiungono ai 6000 ettari del 2021/22, ha riferito Günther Unterthiner, direttore della Ripartizione Servizio forestale, nel corso dell’odierna conferenza stampa (11 dicembre) a Bolzano per illustrare i dati attuali relativi al parassita dell'abete rosso nei boschi dell'Alto Adige. Ad oggi, il bostrico ha colpito il 2,6% della popolazione boschiva della provincia. "Non è possibile stimare una tendenza, ma per capire se tale fenomeno potrà arrestarsi bisognerà attendere che la natura faccia il suo corso”, ha spiegato Unterthiner.

A livello politico, la rotta è stata tracciata: a ribadirlo è stato l’assessore provinciale alle Foreste Arnold Schuler. “In cinque anni sono stati stanziati 120 milioni di euro per interventi nei boschi, di cui 50 milioni solo per sostenere i proprietari degli stessi nella lotta al bostrico”, ha rimarcato l’assessore competente. Solo per il 2023 sono stati messi a disposizione 20 milioni di euro, di cui 14,5 milioni sono già stati erogati a poco più di 3.000 richiedenti (per questo e altri dati in dettaglio è disponibile la presentazione in allegato). Negli ultimi anni sono stati registrati circa 5 milioni di metri cubi di legno danneggiato a causa dell'infestazione da bostrico, di cui quasi un terzo - 1,5 milioni di metri cubi - è già stato lavorato.

La preoccupazione per questo fenomeno rimane alta. I numeri parlano chiaro in tal senso pensando ai danni causati da questo insetto. Due terzi dei boschi altoatesini infestati da bostrico sono boschi di protezione, un terzo dei quali rappresentano superfici che proteggono le infrastrutture dai rischi naturali. "È su questo aspetto che stiamo concentrando la nostra attenzione. In termini economici, costa molto meno in termini investire risorse nella salute della foresta, utilizzando ad esempio la forma dei sussidi per i proprietari, che investire unicamente in misure di stabilizzazione per proteggere le superfici boschive", ha aggiunto Schuler.

Le attività per arrestare il fenomeno del coleottero da corteccia e tutelare le foreste sono molteplici. "Installiamo trappole con feromoni e stimiamo l'andamento della popolazione in base al numero di coleotteri adulti catturati, osserviamo la fuoriuscita dei coleotteri, monitoriamo le aree infestate, sosteniamo i proprietari dei boschi nel trasporto del legno - attraverso incentivi per il trasporto. È inoltre continuo il lavoro di ampliamento e costruzione di nuove strade, così da ridurre al minimo il problema logistico -  ha sottolineato Unterthiner - i proprietari dei boschi vengono consigliati sul tipo di intervento, vengono effettuati rimboschimenti, in parte con alberi pionieri, svolgiamo attività di ricerca in collaborazione con l'Eurac, la Libera Università di Bolzano e il Boku (Università delle risorse naturali e delle scienze della vita) di Vienna e informiamo i proprietari dei boschi, i cittadini e gli ospiti", evidenzia Unterthiner. Fino al 30 aprile 2024 - data prevista per lo sciamare del bostrico - i cittadini hanno ora l'opportunità di approfittare di questo vantaggio temporale. Il bostrico è dormiente sotto la corteccia e i proprietari di boschi ed il Servizio forestale possono sfruttare questi mesi invernali per rimuovere gli alberi infestati e a rischio.


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uli/tl