Visita assessora Stocker al centro di accoglienza Casa Conte Forni

“Sono numerose le persone in fuga dalla guerra e dalla violenza che raggiungono l’Alto Adige e s'impegnano per integrarsi” afferma l’assessora Stocker.

L'assessora Martha Stocker nel corso della visita alla Giornata delle Porte aperte al centro di acoglienza Casa Conte Forni di Bolzano

Il centro di accoglienza “Casa Conte Forni” si trova nei pressi della stazione di Bolzano e deve il proprio nome al Conte Forni che ha presieduto a lungo l’Associazione S. Vincenzo.

Nella struttura, gestita dall’Associazione Volontarius, su incarico dell’Azienda servizio sociali di Bolzano, trovano ospitalità e sostegno persone in difficoltà.

Il centro di accoglienza “Casa Conte Forni” ospita, all’interno della medesima struttura, varie tipologie di interventi. Vi sono richiedenti asilo internazionale, provenienti da Iraq, Iran, Costa d’Avorio, Nigeria e Somalia. Si tratta di famiglie, genitori single e due donne.

Vi è poi il servizio di assistenza notturna per persone senza fissa dimora rivolto a cittadini italiani e comunitari; segue il centro diurno con accesso libero rivolto a persone senza fissa dimora sia italiani che comunitari. Presso il centro è presente anche un servizio di accoglienza per minori non accompagnati e che necessitano di protezione internazionale ed un  progetto di accoglienza in emergenza per donne vulnerabili.  

Infine la “Casa Conte Forni” è dotata di alloggi di II livello per persone residenti in Alto Adige. Sono persone che hanno già superato un processo di inclusione socio-lavorativa e si trovano nell’ultima fase prima di uscire dal programma di assistenza e trovare sistemazione in alloggi dell’Ipes o di privati.

Nel corso della recente Giornata delle Porte aperte l’assessora Martha Stocker ha potuto vedere di persona come viene gestita la struttura e conoscere alcuni degli ospiti.

Tra questi in particolare un uomo proveniente dall’Irak, Rashid, di etnia curda, che per questa ragione ha dovuto lasciare il suo Paese. Rashid è molto impegnato nell’inserimento nella società altoatesina; i suoi due figli frequentano la scuola ed egli stesso sta imparando il tedesco.

Per attestare il suo impegno ha quindi mostrato all’assessora Stocker i suoi quaderni con gli esercizi di tedesco.

“Rashid rappresenta un esempio del grande impegno che molti profughi e richiedenti asilo dedicano alla loro integrazione nella nostra società ed il nostro obiettivo è quello di far sì che molti di coloro che giungono in Alto Adige abbiano lo stesso atteggiamento di Rashid".

L’assessora è rimasta molto colpita dalla frase pronunciata in tedesco da Rashid che afferma “Chi combatte può perdere, chi non combatte ha già perduto”.

FG

Galleria fotografica