Dalla Giunta: assegno di cura, nuove regole per i malati terminali

La Giunta provinciale ha approvato una nuova regolamentazione riguardo i livelli assistenziali dell’assegno di cura per i malati terminali.

Nuova regolamentazione per l'assegno di cura ai malati terminali (Foto USP)

Le persone con una malattia in fase avanzata, che hanno bisogno di assistenza e rientrano nella categoria dei cosiddetti “pazienti terminali”, già oggi hanno la priorità nell’esame delle richieste per la concessione dell’assegno di cura. L’accesso di questi pazienti all’erogazione dell’assegno di cura, laddove i medici curanti valutino l’attesa di vita di queste persone in un periodo che va dai 90 ai 120 giorni, è da sempre piuttosto pesante per le persone interessate. “In questa situazione eccezionale - ha spiegato l'assessora Martha Stocker - nella quale le persone malate ed i loro congiunti si devono confrontare con l’approssimarsi della morte, spesso non è possibile effettuare un colloquio esaustivo per chiarire il necessario livello assistenziale ed è oneroso sia per i diretti interessati che per la commissione”.

La Stocker ha poi aggiunto che "in questo modo si può definire solamente la situazione attuale, mentre, per tener conto dei rapidi cambiamenti che si verificano con i pazienti terminali, la valutazione dovrebbe essere ripetuta nell’arco di un breve periodo". Con l’attuale modifica della regolamentazione per il riconoscimento del livello di assistenza, si vuole venire incontro alle esigenze delle persone nella fase terminale della malattia. Dal  momento in cui il medico curante conferma che una persona si trova in questa fase terminale, ad essa viene erogato l’assegno di cura senza verifica del livello. Il presupposto è rappresentato dalla diagnosi di una malattia con un’attesa di vita presunta compresa tra i 90 ed i 120 giorni e l’esplicita conferma da parte del medico curante che si tratta di un cosiddetto paziente terminale e quindi viene richiesto l’assegno di cura per persone con malattia in fase avanzata.

Ciò corrisponde all’importo previsto per il livello 3 (sino ad ora si era tra il livello 2 e il 3), e l’erogazione è limitata ad un periodo massimo di sei mesi. “Non si tratta di una considerazione completamente nuova - ha spiegato Martha Stocker - in quanto già prima dell’introduzione in Alto Adige dell’assegno di cura, ai pazienti nella fase terminale era stato erogato il contributo per l’assistenza domiciliare senza una verifica da parte del personale infermieristico". La nuova regolamentazione si base sull’esperienza maturata dal Servizio che si occupa dei livelli assistenziali per l’assegno di cura che segue ogni anni 200 pazienti in fase terminale e sarà applicata a partire dal gennaio 2017.

FG

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