I Believe in the Skin of Things as in that of Women
Installazione composta da una stanza con entrata in cartongesso, alluminio e legno. Sulle pareti interne, in parte sfondate e lacerate, sono presenti disegni e citazioni a sfondo erotico-sessuale e/o architettonico.
- Denominazione oggetto:
- installazione
- Numero d'inventario:
- 2181
- Autore:
- Bonvicini, Monica
- Collezione:
- Collezione privata, Torino
- Data:
- 1999
- Materiale:
- gesso, cartoncino, alluminio, legno, grafite
- Tecnica:
- montato, disegnato, scritto
- Istituzione:
- Fondazione MUSEION. Museo d'arte moderna e contemporanea Bolzano
- Dimensioni:
- lunghezza 700 cm, larghezza 400 cm, altezza 250 cm
- Note storico-critiche:
-
L'arte radicale di Monica Bonvicini mira a evidenziare come non esista uno spazio neutrale, non sessualmente determinato, e che i nostri corpi si muovono entro un sistema di coordinate che pone costantemente questioni d'identità e di genere. Al tempo stesso l'artista riflette anche sui meccanismi di inclusione ed esclusione nel mondo dell'arte, nel quale la partecipazione paritaria delle artiste non è ancora scontata. Nelle sue sculture, installazioni e video l'artista si concentra sulla decostruzione del significato all'interno degli spazi e ambienti in cui ci muoviamo, dove le implicazioni politiche e di genere svolgono un ruolo importante quanto il contesto istituzionale.
Il titolo dell'installazione I Believe in the Skin of Things as in that of Women (Credo nella pelle delle cose come in quella delle donne) è tratto da un'affermazione di Le Corbusier. L'opera è stata esposta la prima volta nel 1999 alla Biennale di Venezia ed è un attacco alla storia dell'architettura caratterizzata dal dominio maschile. Su un lato della struttura si trovano schizzi dal contenuto intenzionalmente volgare, nei quali il piano sessuale e quello architettonico si mescolano, sull'altro sembra che qualcuno abbia voluto distruggere con un martello le superfici lisce dell'architettura modernista. I visitatori che entrano nell'installazione sono stimolati a riflettere sui codici di comportamento dei contesti che li circondano.
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