News

Monitoraggio delle microplastiche sui principali fiumi altoatesini

Da alcuni mesi l’Agenzia per l’ambiente e tutela del clima sta effettuando rilevazioni nei fiumi Adige, Isarco, Rienza e Aurino alla ricerca di microplastiche. I primi risultati in autunno.

Il lavoro di monitoraggio delle microplastiche da parte del Laboratorio biologico dell’Agenzia provinciale per l’ambiente e la tutela del clima è stato avviato nel novembre 2021 attraverso il campionamento delle acque dei principali fiumi altoatesini. Obiettivo dei tecnici ed esperti individuare la presenza di microplastiche e determinarne le potenziali origini. “L’inquinamento da microplastiche è un tema di sempre più stringente attualità e sicuramente uno dei problemi ambientali più incombenti di questi tempi, considerato l’impatto che la plastica ha sull’ambiente per via della sua persistenza e della possibilità di ridursi in dimensioni sempre più piccole” – sottolinea l’assessore all’ambiente, Giuliano Vettorato. Al momento, a livello italiano, il monitoraggio delle microplastiche viene effettuato principalmente in ambiente marino e lacustre. In Alto Adige, l’Agenzia provinciale per l’ambiente e la tutela del clima ha avviato il campionamento delle microplastiche sui principali fiumi della provincia: Adige, Isarco, Rienza ed Aurino. I primi risultati saranno resi noti nell'autunno di quest’anno.

Natura e origine delle microplastiche

Le microplastiche sono frammenti e residui di materiale plastico di dimensioni comprese tra 1 micrometro e 5 mm che, in base alla loro origine, possono essere classificate in primarie e secondarie. “Le microplastiche primarie - spiega Alberta Stenico, direttrice del Laboratorio biologico dell’Agenzia provinciale per l’ambiente e la tutela del clima - provengono prevalentemente da prodotti per l’igiene personale, come saponi e dentifrici, e per le pulizie della casa. Le microplastiche secondarie rappresentano la maggior parte di quelle presenti nell’ambiente e derivano dalla frammentazione di plastiche di dimensioni più grandi, come buste  e oggetti in plastica e bottiglie, oltre che dall’abrasione degli pneumatici sull’asfalto e dal lavaggio degli indumenti sintetici. I rifiuti plastici, abbandonati in mare o sulla terraferma e quindi non correttamente smaltiti, persistono nell’ambiente per lunghi periodi dove, in seguito all’esposizione ai raggi solari e ai fenomeni atmosferici, si alterano e si frammentano in dimensioni sempre più piccole dando origine alle microplastiche.” Le microplastiche di dimensione inferiore a 1 micrometro sono definite nanoplastiche.

La tecnica di campionamento

Il monitoraggio della presenza delle microplastiche nei fiumi avviene attraverso il prelevamento di campioni d’acqua. “Da un punto di vista tecnico il campionamento viene effettuato attraverso l’uso di uno speciale “retino” detto manta”, spiega Maddalena Casera, biologa nel Laboratorio biologico. “I campioni d’acqua prelevati vengono quindi portati in laboratorio dove si procede con l’analisi che consiste nella quantificazione e, caratterizzazione (dimensione, forma, colore) delle microplastiche presenti con l’aiuto del microscopio.

Ridurre l’inquinamento da microplastiche

Tutti possono contribuire a ridurre l’inquinamento ambientale da plastica e microplastica adottando comportamenti più sostenibili. Ecco alcuni consigli utili da parte dell’Agenzia provinciale per l’ambiente e la tutela del clima: effettuare correttamente la raccolta differenziata, ridurre l’utilizzo degli oggetti monouso, non abbandonare oggetti in plastica nell’ambiente, raccogliendoli e smaltendoli correttamente, utilizzare indumenti realizzati con fibre naturali quali lana, cotone, canapa, viscosa, seta, bambù, modal (prodotto dalla polpa del legno di faggio) al posto di indumenti sintetici come elastan, nylon, poliestere, acrilico, neoprene e poliuretano. Gli indumenti sintetici, infatti, durante il lavaggio e la centrifuga, possono rilasciare microfibre che sfuggono al filtro della lavatrice e attraverso le acque di scarico raggiungono i depuratori e quindi via via i fiumi fino al mare. Tra i consigli utili vi è quello di lavare gli indumenti a pieno carico in modo che vi sia minore frizione tra i tessuti e quindi minore quantità di microfibre rilasciate dagli stessi, utilizzando un programma a basse temperature per evitare di danneggiare i tessuti sintetici oppure, infine, di optare per detersivi liquidi anziché in polvere perché questi potrebbero avere un effetto “scrub” sui tessuti.

Ulteriori informazioni sulle microplastiche sono disponibili sul portale ambiente della Provincia al link:
https://ambiente.provincia.bz.it/microplastiche.


Vai alla versione originale del comunicato per visualizzare eventuali immagini, documenti o video correlati

ASP/tl/mip