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Studio ASTAT sulla terza età, un anziano su due è soddisfatto
Un anziano altoatesino su due è soddisfatto del proprio percorso di vita e non desidera grandi cambiamenti per il futuro. Questo il dato più significativo che emerge dallo studio ASTAT sulla terza età presentato questa mattina (3 ottobre) a Bolzano. Oltre la metà degli over 65 è iscritto ad un'associazione, buoni riscontri per l'assistenza.
Alla presentazione dello studio hanno partecipato anche gli assessori Waltraud Deeg e Martha Stocker, che hanno sottolineato da un lato i dati positivi dell'indagine elaborata dall'istituto provinciale di statistica ASTAT, e dall'altro le sfide che attendono in futuro la società altoatesina. "Nel 2030 - ha spiegato la Deeg - un altoatesino su tre avrà più di 60 anni, e questo ci deve portare ad essere pronti ad affrontare compiti ancora più gravosi rispetto a quelli attuali, mettendo le persone sempre più al centro della nostra azione. Dallo studio emerge che famiglia e salute sono gli aspetti cruciali, e che nella fascia di età compresa fra i 65 e gli 85 anni le persone sono ancora attive e molto mobili".
Un dato interessante che si può leggere nell'indagine ASTAT è quello relativo all'impegno delle persone anziane nel settore sociale: più della metà degli altoatesini al di sopra dei 65 anni, infatti, è iscritto ad una associazione, e la maggior parte motiva la loro scelta con la volontà di rendersi utile e stare insieme ad altre persone. "La partecipazione degli anziani alla vita sociale - ha aggiunto Martha Stocker - affonda le radici negli anni '80, periodo nel quale nacquero le prime organizzazioni espressamente dedicate alla terza età. In questo periodo, stando ai dati statistici, siamo riusciti a creare un clima positivo tra le persone oltre i 65 anni di età, offrendo standard elevati di assistenza e cura che puntiamo a mantenere nonostante le risorse siano sempre minori".
La maggior parte dei residenti nelle case di riposo, infatti, nelle quali la permanenza media è di circa 5 anni, afferma di essere soddisfatta dei servizi offerti, mentre per quanto riguarda la situazione economica i dati sono piuttosto variegati. Se da un lato è vero che un altoatesino su cinque al di sopra dei 65 anni ha un reddito che lo pone in condizione di povertà relativa, è anche vero che un altro quinto contribuisce al sostentamento dei propri familiari inviando regolarmente aiuti finanziari. Da questo punto di vista, sono quasi 20mila gli anziani che sostengono familiari non conviventi, mentre coloro che ricevono donazioni sono appena 3.600.
Per quanto riguarda il rapporto con le nuove generazioni, il 40% degli intervistati vede nei giovani disponibilità e cortesia, mentre le critiche principali riguardano l'eccessivo consumismo. Gli anziani, che si spostano principalmente a piedi o con i mezzi pubblici, sono soddisfatti della raggiungibilità dei servizi, 4 su 10 hanno contatti quotidiani con i figli, e l'86,8% afferma di avere avuto buone esperienze quando sono stati curate da personale professionale. L'altro lato della medaglia: circa 6mila anziani, in Alto Adige, subisce episodi di violenza, per lo più verbale, da parte di propri familiari, e il 14,6% del totale ha dichiarato di aver subito atteggiamenti violenti.
mb
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Stefano Lombardo evidenzia i risultati dell'indagini sulla "terza età"
L'Assessore Deeg evidenzia il ruolo degli anziani
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