News 2015
La sicurezza delle donne sul lavoro
Conferenza stampa congiunta della vicepresidente della Provincia, Luisa Gnecchi, della rappresentante dell’INAIL, dott. Mira Vivarelli, e dell’ANMIL, professoressa Carla Bigarello.
Nel corso del 2004 si sono verificati complessivamente in provincia di Bolzano 16.857 infortuni sul lavoro, con un aumento del 2,1% rispetto al 2003, un dato questo in controtendenza rispetto al panorama nazionale dove si registra complessivamente un calo degli infortuni.Più nello specifico nel settore dell’industria e servizi (nel quale sono inseriti anche l’edilizia, il terziario, servizi alla persona ed l’attività manifatturiera) si sono avuti nel 2004 14.430 infortuni con un aumento del 2,3% rispetto al 2003, Di questi 11.254 infortuni hanno riguardato uomini e 3.176 donne. Per quanto riguarda le donne si è registrato l’aumento maggiore con il 3,7%.
Nel settore dell’agricoltura gli infortuni nel 2004 sono stati 2.427 con un calo dello 0,6% rispetto al 2003. Gli incidenti che hanno coinvolto donne sono passati da 497 nel 2003 a 448 nel 2004 con un calo del 9,9% forse legato in parte al calo dell’occupazione femminile in questo settore.
Sono questi alcuni dei dati più significativi resi noti questa mattina nel corso di una conferenza stampa incentrata sul tema della “Sicurezza delle donne sul lavoro”, convocata, in occasione della “Giornata della donna”, dalla vicepresidente della Provincia, Luisa Gnecchi, alla quale hanno preso parte la direttrice della sede di Bolzano e di Merano dell’INAIL; dott. Mira Vivarelli, e la consigliera regionale dell’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi del Lavoro – ANMIL, professoressa Carla Bigarello.
I dati riguardanti gli infortuni sul lavoro sono stati illustrati con particolare precisione dalla dott.ssa Vivarelli, la quale ha inoltre sottolineato che nel corso del 2004 si è registrato statisticamente un calo significativo degli incidenti mortali, passati dai 17 del 2003 ai 9 del 2004. Tra questi ultimi è compreso anche il caso di una donna morta sul lavoro. In questo ambito, ha sottolineato la dott.ssa Vivarelli, un ruolo determinante viene svolto da una capillare formazione alla sicurezza e dalla prevenzione in generale che deve iniziare già in età scolastica.
Un dato interessante è stato fornito anche riguardo alla cosiddetta “Assicurazione obbligatoria per le casalinghe” che riguarda coloro, in prevalenza donne, che si occupano in via esclusiva dell’attività di cura del proprio ambito famigliare. Nel 2004 le persone assicurate in Alto Adige erano 11.900 mentre il dato relativo alla Regione per il 2005 ammonta a 30.186 unità. Il costo pro capite annuo è di 12,95 euro e l’obbligo riguarda le persone in età compresa tra 18 e 65 anni.
La professoressa Bigarello, consigliera regionale dell’ANMIL, ha quindi illustrato il progetto promosso a livello nazionale dal titolo “L’altra metà del lavoro”, un concorso di arti visive rivolto a giovani artisti e dedicato alle donne lavoratrici ed a tutte colo che sono state vittime di incidenti sul lavoro. Il concorso al quale possono prendere parte artisti al di sotto dei 35 anni si concluderà a fien novembre con una mostra e la premiazione dei vincitori.
La professoressa Bigarello ha inoltre fornito alcuni dati significativi riguardanti gli incidenti sul lavoro che si verificano in Italia ogni anno. In particolare ha rilevato che in Italia si registrano in media ogni anno circa 1.400 morti per motivi di lavoro, 118 riguardano donne. In base ai dati raccolti da un’inchiesta dell’ANMIL del 2003 emerge che tra le donne di età inferiore ai 50 anni si opera una forte spinta al licenziamento, con punte superiori al 40% di abbandono del lavoro dopo un infortunio sul lavoro nell’area del Nord Ovest del Paese.
Dopo i 50 anni risulta che oltre 6 donne su 10 smettono completamente di lavorare dopo un infortunio e quelle che continuavano a lavorare, come minimo, cambiano datore di lavoro almeno in 4 casi su 10. Sono molte, secondo i dati raccolti dall’ANMIL, le donne infortunate che, nel periodo di re-impatto con il lavoro, avvertono senso di angoscia o di ansia; situazioni che creano una ricaduta grave sulla vita familiare con un forte aumento dei casi di abbandono da parte del partner, nonché di separazione e di divorzio. In Europa, sebbene le donne siano adibite a mansioni a minor rischio, ogni 5 infortuni sul lavoro 1 le riguarda, mentre ogni 18 incidenti mortali 1 accade ad una lavoratrice.
Ciò vuol dire che su 4 milioni e 700 mila infortuni avvenuti nel 2001 nei 15 Paesi europei, sono morte sul lavoro 267 donne, e di queste ultime 57 in Italia. Si tratta, in pratica, di oltre il 21%, malgrado le italiane rappresentino poco più del 12% delle lavoratrici europee.
La vicepresidente della Provincia, Luisa Gnecchi, ha posto l’accento infine su di una ricerca condotta recentemente in base alla quale l’infortunio sul lavoro viene vissuto ed ha delle conseguenze pratiche diverse a seconda del genere.
Mentre per l’uomo l’incidente sul lavoro coincide con la creazione di una rete di solidarietà sia a livello famigliare che sul lavoro, per la donna vi sarebbero invece essenzialmente delle implicazioni negative. Non di rado si instaurerebbero dei sensi di colpa con separazioni coniugali ed il rientro al lavoro diviene un passaggio spesso difficile se non impossibile.
FG