Giornata dell’Autonomia 2014

News 2015

Lo stato di salute dei maschi altoatesini

Anche la società altoatesina sta vivendo un progressivo invecchiamento, ma la popolazione maschile ha un'aspettativa di vita decisamente elevata. Questa la notizia positiva che emerge dalla Relazione relativa allo stato di salute della popolazione maschile in Provincia di Bolzano presentato questa mattina (venerdì 11 febbraio), il primo passo compiuto dalla Ripartizione Sanità nella direzione di una politica sanitaria maschile orientata al futuro.

Lo studio, presentato dal professor Albert Goeschl, dal Direttore del Dipartimento Sanità e Politiche sociali Florian Zerzer, e dai responsabili dell'Ufficio Ospedali Albert Tschager e Ulrich Seitz, traccia un quadro dettagliato dei fattori che influiscono sullo stato di salute della popolazione di sesso maschile.

Facendo un paragone con il resto dell'Italia settentrionale emergono dati positivi come la presenza inferiore di malattie croniche (9,5% della popolazione maschile altoatesina, contro il 13,% della media nell'Italia del nord), e il grado di soddisfazione nei cofronti del sistema ospedaliero. Il 57,8% dei maschi altoatesini giudica positiva l'assistenza sociale e sanitaria, contro il 41,7% dell'Italia settentrionale. Ad avere influssi benefici sullo stato di salute della popolazione maschile in Provincia di Bolzano sono poi fattori diversi tra di loro come uno stile di vita sano, una dinamica rallentata nell'economia (meno stress sul lavoro significa più salute), e un maggior rispetto del ruolo tradizionale maschile sia nella vita professionale che nella vita familiare. I maschi single, dal punto di vista sanitario, sono infatti considerati più problematici.

Tra i fattori di rischio presenti in Alto Adige, spicca sicuramente la frequenza di malattie infettive, su tutte la varicella. In Provincia di Bolzano, 54,2 maschi ogni 10.000 sono affetti da varicella, a fronte di un dato che, nel resto dell'Italia settentrionale, si ferma a 28,4. I maschi altoatesini ricorrono maggiormente ai ricoveri ospedalieri (192 su 10.000, contro 166 su 10.000 dell'Italia del Nord), e viene avvertito come un problema la predominanza femminile nel personale sanitario specializzato nel trattamento dei disturbi comportamentali.

Spostandosi sulle cause di morte, si nota un'incidenza maggiore tra la popolazione maschile dei decessi dovuti ad infarti, incidenti, suicidi, malattie alle vie respiratorie e cancro ai polmoni. "Tutti questi dati - spiega il direttore del Dipartimento Sanità e Politiche Sociali Florian Zerzer - verranno utilizzati per sviluppare una politica della salute orientata al futuro. Le linee da seguire verranno stabilite da un tavolo tecnico composto dai responsabili del settore socio-sanitario".

mb


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