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Colpo di fuoco: nuovi criteri per gli indennizzi

La Giunta provinciale ha definito i nuovi criteri per la concessione di indennizzi per le piante da frutto estirpate e distrutte nei casi di colpo di fuoco ma anche, ed è la prima volta, a seguito di due altre malattie. Gli indennizzi riguarderanno pertanto le pomacee, le piante di albicocco e la vite.

Dopo i casi di colpo di fuoco il territorio altoatesino non è più considerato dall'Unione europea zona protetta e pertanto in Alto Adige possono essere messe in circolazione anche pomacee provenienti da aree non protette, "cosa che ovviamente eleva il rischio di introduzione dell'agente patogeno del colpo di fuoco", spiega l'assessore provinciale all'Agricoltura Hans Berger.

Per ridurre il rischio di importazione di piante da frutto da zone non protette, la Giunta provinciale ha pertanto deciso di non riconoscere per tali alberi gli indennizzi nei casi di estirpazione e distruzione a causa del colpo di fuoco. "Per le piante di pomacee affette dal colpo di fuoco nell'anno di impianto - spiega Berger - la Giunta concederà indennizzi per l'estirpazione e la distruzione soltanto se provengono da zone protette o da zone tampone ufficialmente riconosciute con passaporto ZP, cioè zona protetta."

La delibera con i nuovi criteri di indennizzo ha aperto anche a due novità: per la prima volta verranno concessi indennizzi per l'estirpazione di piante di albicocco colpite dai giallumi europei delle drupacee, una malattia che in vaste zone d'Italia ha determinato considerevoli danni. Nuovo è anche l'indennizzo previsto per l'estirpazione di viti colpite dall'agente patogeno della cosiddetta flavescenza dorata della vite, che ha già intaccato molti vigneti in Europa ma che in Alto Adige finora registra solo un caso risalente al 2003.

pf


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