News 2015
Presentato il Dossier statistico "Immigrazione 2004": la situazione in Alto Adige
Il XIV rapporto sulle immigrazioni di Caritas e Migrantes è stato presentato oggi (mercoledì 27) contemporaneamente in 12 città italiane. A Bolzano è stato l’Osservatorio provinciale sulle Immigrazioni, progetto del Fondo Sociale Europeo realizzato della Formazione professionale in lingua italiana, a curare la raccolta dei dati e l’analisi della parte relativa all’immigrazione in Alto Adige. Gli stranieri residenti risultano essere circa 19mila, pari al 4% della popolazione.
Il XIV Dossier statistico sull’immigrazione di Caritas e Migrantes si sofferma su tre parole chiave: programmare, accogliere ed integrare. Il rapporto nazionale analizza e illustra alcuni aspetti cruciali legati al fenomeno delle immigrazioni, dalla posizione dell’Italia alla questione occupazione, dalle tematiche socio-culturali alle singole realtà locali, considerato che l’integrazione si gioca soprattutto a livello territoriale. In Alto Adige la raccolta dei dati sull'immigrazione e la loro analisi sono state curate per la seconda volta dall'Osservatorio provinciale sulle Immigrazioni, progetto del Fondo Sociale Europeo realizzato della Formazione professionale in lingua italiana della Provincia. Alla presentazione a Palazzo Widmann hanno partecipato Helmuth Sinn, Direttore della Ripartizione provinciale Lavoro, Helmut Zingerle della Ripartizione Politiche sociali, Mauro Randi e Heiner Schwiegkofler, direttori della Caritas diocesana, Miguel Angel Garcia e Matthias Oberbacher, ricercatori dell’Osservatorio provinciale sulle Immigrazione, e Salvatore Saltarelli coordinatore dell’Osservatorio provinciale.Gli stranieri residenti in Alto Adige a fine 2003, data di stesura del Dossier, erano 19.185, pari al 4,1% della popolazione, e il 70% di origine europea. Riguardo alle nazionalità, al primo posto figura la Germania, seguita da Albania, Austria, Marocco e Serbia Montenegro, Pakistan, Macedonia, Tunisia, Croazia. Gli incrementi percentuali più consistenti riguardano Ucraina (da 71 a 357 per messi di soggiorno) e Moldavia (da 36 a 196 permessi), riferiti in particolare a donne impegnate nel lavoro domestico. Questo è anche il settore che ha beneficiato maggiormente delle regolarizzazioni, dove almeno il 70% del lavoro era sommerso.
I permessi di soggiorno sono stati rilasciati per motivi di lavoro (64,9%) e per per motivi familiari (25,6%). Un dato interessante riguarda la natalità in Alto Adige: nell'11% dei casi i neonati hanno almeno un genitore di cittadinanza straniera, una quota che era al 4% dieci anni fa. L'incremento, secondo il dossier, è da ricondurre al fatto che quasi la metà degli stranieri residenti ha un'età compresa tra i 20 e i 39 anni.
Il capitolo del dossier di Caritas e Migrantes riferito all'Alto Adige fotografa inoltre la situazione del mercato del lavoro, l'integrazione scolastica dei minori stranieri e l'impegno della Caritas diocesana nell'accoglienza. Il direttore della Ripartizione Lavoro Helmuth Sinn ha sottolineato che "i due settori che più di altri beneficiano della manodopera straniera sono quello agricolo e quello turistico, ovvero settori ad elevata stagionalità" e dove si può ricorrere a contratti a tempo determinato. Nel comparto delle costruzioni il 12% dei lavoratori (1.600 operai) sono extracomunitari, per un terzo albanesi.
Nella scuola gli alunni provenienti da altri Paesi sono circa 2600 su complessivi 75mila, con un aumento rispetto al 2002 di circa il 20%. Cambia dunque la popolazione scolastica con effetti sulla valutazione del sistema scolastico e sulla necessaria riforma.
I direttori della Caritas diocesana, Mauro Randi e Heiner Schweigkofler, hanno sottolineato l'importanza di garantire un progetto di accoglienza agli immigrati che giungono in Alto Adige a seguito di un progetto migratorio che per loro significa vita, lavoro, famiglia: "Un progetto che veda riconosciuto l'esercizio dei diritti e dei doveri che spetta ad ogni persona", ha concluso il direttore Randi.
pf