News 2015
Durnwalder sullo studio "Stranieri in Alto Adige"
"Lo straniero che vive in Alto Adige viene ancora troppo spesso identificato solo come forza lavoro, non come una persona con le sue necessità e i suoi problemi. Enti pubblici, operatori e associazioni devono lavorare assieme per abbattere le paure ancora presenti in parte della popolazione locale": è un passaggio dell'intervento che il presidente della Provincia Luis Durnwalder ha svolto stamattina (giovedì 3) presentando lo studio dell'Astat "Stranieri in Alto Adige."
Luis Durnwalder ha commentato i principali aggiornamenti statistici forniti dall'Astat sulla presenza di cittadini stranieri in provincia di Bolzano: sono in media 13mila (di cui 11.250 non Ue), con punte di 20mila nelle stagioni del raccolto in agricoltura o del pienone turistico. In Alto Adige oggi gli stranieri rappresentano il 3,6% del totale della popolazione e sono una componente essenziale per il sistema produttivo locale. Ma Durnwalder ha invitato a guardare al di là del puro aspetto legato alla necessità di manodopera: "Prima ancora che un lavoratore, in Alto Adige arriva una persona, con le sue esigenze e i suoi problemi. E come ogni persona ha diritto a vedersi riconosciuti i bisogni essenziali, dalla formazione alle prestazioni sociali."Riferendosi al clima preelettorale, il presidente della Provincia ha invitato a "non fare propaganda politica a spese degli stranieri", ma piuttosto a cercare "il confronto serio con altre culture e tradizioni, per favorire l'integrazione del cittadino straniero nella nostra società."
Lo studio dell'Astat, che si compone tra l'altro di 1330 interviste e di questionari compilati in collaborazione con la Caritas diocesana e il Kvw, rivela inoltre che l'87,6% degli immigrati vorrebbe restare a lungo in Alto Adige e che per il 55% dei lavoratori è in corso il ricongiungimento con la famiglia. "Due aspetti - ha commentato Durnwalder - che ci impegnano direttamente sulle questioni della casa e dell'istruzione." A tale proposito ha ricordato che solo lo 0,79% della case dell'edilizia sociale sono occupate da stranieri ("contro il luogo comune degli immigrati che ci portano via la casa") e che 1700 sono i bambini già inseriti nelle scuole altoatesine, di cui 900 nelle elementari. Attenzione va posta anche alle possibilità di svago e incontro, alla formazione accademica degli stranieri: il 14% ha un titolo universitario (il 6% tra gli altoatesini) e di questo dato secondo Durnwalder "bisogna tenere conto, perchè ciascuno deve essere messo in grado di svolgere un lavoro corrispondente alla sua qualificazione, il che va a vantaggio anche del datore di lavoro."
Durnwalder ha infine auspicato una collaborazione continua tra ente pubblico, operatori e associazioni per favorire l'inserimento dei cittadini immigrati nel mondo del lavoro e nel tessuto sociale, "anche con l'aiuto di strumenti quali un sistema informativo e un osservatorio permanente".
Lo studio dell'Astat "Stranieri in Alto Adige - Ambienti e stili di vita dei concittadini stranieri 2002" sarà reperibile anche online all'indirizzo www.provincia.bz.it/astat
pf