News 2015
Dal mito rinasce la forza della donna
Un convegno proposto dall'Assessorato al Lavoro, Scuola e Formazione professionale italiana a pochi giorni dall'8 marzo, Giornata della Donna, ha fatto riflettere, ieri, sulle caratteristiche femminili così come emergono dai miti di epica e letteratura, alla scoperta della forza che nasce, come spiega Luisa Gnecchi, "dall'accettazione della natura specifica femminile, a lungo rinnegata, e dal confronto costruttivo e non violento con quella maschile."
Indagare le caratteristiche della donna analizzando i miti di epica e letteratura: una chiave di lettura particolare per fermarsi a riflettere sulla condizione femminile a pochi giorni dall’8 marzo, Giornata della Donna. È quanto ha proposto la Formazione professionale italiana oganizzando, ieri, presso l’Auditorium Battisti di via Santa Gertrude a Bolzano, il convegno "La forza della donna tra mito e realtà".
Nel corso del pomeriggio alcune esperte di letteratura, psicologia e filosofia, invitate dall’assessora Luisa Gnecchi e dalla direttrice della Formazione professionale italiana Barbara Repetto, hanno proposto interessanti riflessioni sul ruolo della donna nel mito e nella realtà quotidiana di oggi. Interventi di notevole interesse sono stati intervallati da momenti musicali e brevi spettacoli di danza, proposti nell’intento di richiamare l’attenzione sulla magia cerimoniale delle origini, da un lato, sul mito di Melusina, dall’altro.
Proprio Melusina, donna-serpente che deve mantenere il segreto della sua doppia natura, pena la perdita della propria fortuna, è stata al centro di alcune letture proposte dall’attrice A. Letizia Aguanno e della riflessione di Rosetta Infelise Fronza, dirigente scolastica e docente di filosofia, che partendo dal mito della donna che unisce esistenza animale ed esistenza umana, la cui alterità spaventa la comunità, ha sottolineato l’esigenza di "togliere alle differenze l’alone di mistero minaccioso, ed inaugurare un percorso dolce, di attraversamento delle soglie." Il mito di Melusina, dunque, come tutti i miti, ha lo scopo di "andare alla ricerca dell’armonia, armonia tra corpo e natura, tra uomo ed universo", come ha sottolineato Barbara Repetto. E da questa armonia "nasce la forza, che è forza di trovare un’identità in una realtà affollata di modelli maschili, forza di avere o scegliere di non avere dei figli, forza di conciliare lavoro professionale e famigliare, di farsi apprezzare e raggiungere posizioni di vertice, di continuare a formarsi ed aggiornarsi, di sostenere le proprie idee."
La stessa forza si ritrova nei miti proposti dalla psicologa Anna Maria Finotti, che ha evidenziato come, sempre, la figura femminile sia trasmettitrice di conoscenza: a partire da Eva, che afferrando la mela e porgendola ad Adamo dà via all’itinerario umano di sofferenza e morte, sì, ma anche e soprattutto di conoscenza e di evoluzione, dalla greca Atena, che nasce dalla testa Giove – e quindi dal superamento dell’aspetto razionale maschile, fino ad Arianna che guida Teseo, ed a Beatrice che permette a Dante la conoscenza del divino. "Il mito", ha detto la Finotti, "ha anticipato quello che la psicologia va via via scoprendo, vale a dire la necessita e la forza creativa dell’incontro tra femminile e maschile." Nasce una nuova accettazione del femminile, che si riconosce nel rispetto della vita, dell’ambiente, dei soggetti più deboli in una coscienza di pace ed in un nuovo interesse per le relazioni interpersonali.
Una forza speciale, dunque, quella che nasce dai miti, i quali hanno la funzione, come ha spiegato l’insegnante di filosofia Annarosa Buttarelli, "di rendere leggibile e decifrabile l’universo femminile." A questa necessità risponde la creazione di figure mitologiche, che ci raccontano di noi stesse molto più di quanto sappiamo.
"Per questa ragione", spiega Luisa Gnecchi, "intorno a questo tema abbiamo voluto creare questo momento di riflessione in vista dell’8 marzo: nei miti, nella letteratura, nelle figure di donne proposte da storie epiche e leggende ritroviamo noi stesse e le nostre contraddizioni, ma anche, ed è il caso di sottolinearlo ancora, la forza non per cancellare la nostra complessità, ma per accettarla. Solo in questo modo potremmo essere più forti nella nostra quotidianità, sul lavoro, in famiglia, in tutti i compiti che la vita di oggi ci richiede."
MC