News 2015
Nota dell'Assessora Gnecchi sui recenti casi di "caporalato"
Un fenomeno già noto in Alto Adige sul quale vigila l'Ispettorato del lavoro.
L’assessora provinciale al lavoro, Luisa Gnecchi, in relazione agli articoli comparsi in questi giorni sulla stampa locale, riguardo alla denuncia di casi di caporalato, rileva, in una nota, che tale fenomeno è già noto da tempo anche in Alto Adige.Il settore più colpito da questo problema è quello dell’edilizia, ma non sono esenti nemmeno i lavoratori stagionali dell’agricoltura e del settore turistico-alberghiero. Il forte sviluppo del settore edile registrato da alcuni anni in Alto Adige e l’ormai cronica difficoltà di reperire forza lavoro locale hanno spinto alcuni imprenditori edili a fare ricorso anche a “mediatori” di pochi scrupoli. Naturalmente si tratta di persone che non hanno alcuna abilitazione ad esercitare tale ruolo e che per la loro mediazione pretendono una ricompensa da parte del lavoratore.
In generale questi cosiddetti “caporali” non si accontentano di una ricompensa “una tantum”, ma pretendono anche una percentuale fissa sulla retribuzione del lavoratore. Questo genere di attività illegale è particolarmente diffusa nel Sud d’Italia ed il “caporale” adotta vari sistemi diretti o indiretti per speculare alle spalle dei lavoratori che si affidano alla sua mediazione. Il rapporto di dipendenza tra il lavoratore ed il “caporale” viene instaurato con l’utilizzo di pressioni psicologiche, fisiche e sfruttando situazioni di grave bisogno materiale. I
n alcuni casi i lavoratori di altri Paesi europei o extracomunitari sono stati agganciati dal “caporale” che si è spacciato per un’agenzia di lavoro interinale o per un subappaltatore . Ogni anno l’Ispettorato provinciale del lavoro segnala alla Procura della Repubblica da 10 a 20 casi di intermediazione illegale.
FG