Giornata dell’Autonomia 2014

News 2015

Primavera araba, terminata l'emergenza profughi in Alto Adige

L'emergenza profughi può considerarsi conclusa. Almeno per quanto riguarda la Provincia di Bolzano. La quasi totalità delle 120 persone ospitate in questi mesi presso le strutture di Bolzano, Merano e Vandoies hanno infatti trovato un'altra sistemazione, e restano una dozzina di profughi all'interno della ex caserma Gorio di Bolzano e di Casa Arnika a Merano.

Terminata l'emergenza profughi in Alto Adige

Nel corso del 2011, durante la cosiddetta "primavera araba", un'ondata migratoria aveva interessato il territorio nazionale. Lo Stato aveva deciso di affrontare l'emergenza assegnando ad ogni Regione un determinato numero di profughi: l'Alto Adige se ne era visti attribuire 200, ed erano 120 le persone ospitate all'interno delle strutture messe a disposizione dalla Provincia nello scorso febbraio, al momento della conclusione del piano straordinario statale. In gennaio la Giunta provinciale aveva prorogato il regime di aiuti sino alla fine di maggio, ed ora l'emergenza può davvero considerarsi conclusa.

I profughi hanno iniziato a lasciare i quattro centri di raccolta presenti sul territorio altoatesino all'inizio del mese scorso, e molti di loro hanno già trovato una sistemazione presso alloggi privati e altre strutture. Una parte ha lasciato l'Alto Adige con destinazione sia l'estero, sia altre regioni italiane, e parecchi di coloro che sono rimasti in Provincia hanno anche trovato un'occupazione. Per gli altri è prevista la possibilità di restare un altro anno, sempre con lo status di profugo e con l'obbligo di cercare un lavoro, e di ricevere un sostegno mensile di 350 euro.

La situazione, dunque, è tornata alla normalità: la casa del giovane lavoratore di Bolzano e la Fischerhaus di Vandoies non ospitano più nessun profugo, ne restano una dozzina all'interno di Casa Arnika a Merano e della ex caserma Gorio a Bolzano. Si tratta in ogni caso di numeri inquadrabili nell'ordinaria amministrazione, tanto che solo due dei profughi che si trovano alla ex Gorio provengono dal Nord-Africa (necessitano di particolare protezione), mentre tra la decina di persone ospitate a Casa Arnika vi è una famiglia con tre bambini piccoli.

La gestione dell'emergenza profughi in Alto Adige è stata possibile grazie alla collaborazione fra organi statali e provinciali: dalla Questura al Commissariato del Governo, dalla Protezione Civile nazionale e locale alle Ripartizioni famiglia e politiche sociali, sanità, lavoro, formazione professionale e lavori pubblici. L'assistenza ai profughi all'interno delle strutture dislocate sul territorio è stata garantita dall'impegno di operatori e volontari di Caritas, Volontarius e River Equipe.

mb


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