Giornata dell’Autonomia 2014

News 2015

40 anni di nuova Autonomia, storici a confronto sullo sviluppo dell'Alto Adige

72:92:12. Questo lo slogan del doppio anniversario da celebrare per l'Autonomia altoatesina. 40 anni dal secondo statuto, 20 anni dalla quietanza liberatoria. Sullo sviluppo storico, politico e sociale di questa seconda fase dell'Autonomia si sono confrontati ieri sera (31 maggio) gli storici Christoph von Hartungen, Giorgio Mezzalira e Hans Karl Peterlini.

Storici a confronto sull'Autonomia: Christoph von Hartungen, Giorgio Mezzalira, Hans Karl Peterlini

La serata a tema, organizzata dall'Archivio provinciale presso la sala convegni dell'EURAC, ha di fatto aperto le celebrazioni per il doppio anniversario dell'Autonomia altoatesina: 40 anni dal secondo Statuto, 20 anni dalla quietanza liberatoria. Il tutto riassunto in cifre nello slogan delle iniziative che si svolgeranno nei prossimi mesi, ovvero 72:92:12. L'incontro-dibattito è stato aperto dagli interventi dell'assessora Sabina Kasslatter Mur e del vicepresidente della Giunta provinciale Christian Tommasini. "Leggere la nostra storia ci fa comprendere meglio i problemi che abbiamo superato, quelli che dobbiamo ancora affrontare, ma anche i grandi risultati che abbiamo raggiunto", ha sottolineato la Kasslatter Mur, la quale ha poi ricordato che "nel 1972, con il secondo Statuto di Autonomia, si è costruito un complesso sistema il cui equilibrio e il cui valore è ormai riconosciuto universalmente, mentre l'edificio autonomistico è stato completato con la quietanza liberatoria che nel 1992 ha chiuso la vertenza altoatesina. Abbiamo tra le mani un'ottima soluzione, che necessità di essere sempre aggiornata restando al passo delle evoluzioni degli ultimi anni".

"Per progettare il futuro - ha commentato Christian Tommasini - dobbiamo riflettere su cosa è successo negli ultimi 40 anni. Il secondo Statuto di Autonomia ci ha permesso di sviluppare un modello esemplare di convivenza e di sviluppo, ed è positivo che anche il gruppo italiano si senta sempre più parte di questa Autonomia. Le sfide che ci attendono, però, ci obbligano ad aggiornare questo modello, che può diventare esempio di autogoverno del territorio per superare la crisi. La chiave del futuro sarà quella di accelerare ulteriormente per imporre l'Alto Adige in un'ottica europea come terra ponte fra lingue e culture diverse".

Nel suo intervento dedicato alla strada verso il secondo Statuto di Autonomia, lo storico Christoph von Hartungen ha ricordato che "i conflitti che dividono questa terra risalgono tutti alla prima metà del '900: ci facciamo condizionare più da 20 anni di nazi-fascismo che da 70 anni di autonomia. Dopo l'Accordo di Parigi del 1946 - ha spiegato von Hartungen - si sono vissuti momenti di grande tensione fra Bolzano e Roma. La mobilitazione popolare, sfociata nella manifestazione di Castel Firmiano del 1957, ha aumentato la pressione, e anche se poi si sono vissuti gli anni delle bombe, sotto la cenere dello scontro il dialogo è sempre proseguito. Anche la strada dopo il secondo Statuto di Autonomia non è stata semplice: vi furono ritardi, proteste, altri attentati, ma alla fine la trattativa è sempre riuscita a prevalere. Ora abbiamo un'Autonomia ampia e invidiata, ma forse agli altoatesini manca ancora un vero "patriottismo" per l'Autonomia".

Autonomia tra tutela etnica e governo del territorio: questo il titolo dell'intervento dello storico Giorgio Mezzalira, il quale ha ricordato che "nella storia altoatesina, il pendolo ha ondeggiato prevalentemente verso il quadrante più etnico dell'Autonomia. Il secondo Statuto - ha spiegato Mezzalira - è figlio del dialogo tra le parti che nemmeno le bombe ha fermato, ma la dimensione territoriale è rimasta in secondo piano rispetto all'aspetto riparatorio e rivendicativo sino alla chiusura della vertenza nel 1992. Negli anni si è cercato di puntare strategicamente sul rilancio dell'economia di valle, e sulla conservazione del paesaggio come conservazione culturale e identitaria, con il gruppo italiano che ha più subito che partecipato alla costruzione dell'Autonomia. L'Europa e l'abbattimento delle frontiere impongono però di ricollocare l'Alto Adige in un quadro nuovo, allargando la cooperazione tra gruppi, aumentando fiducia e consenso nell'Autonomia".

Nel suo intervento, il giornalista e storico Hans Karl Peterlini ha sottolineato come lo Statuto di Autonomia fosse "molto poco sexy", e abbia "messo la parola fine a molti sogni". Secondo Peterlini "la battaglia con Roma dopo il 1972 per la completa attuazione dello Statuto ha riguardato non solo questioni politico-amministrative, ma anche identitarie, e per il gruppo italiano la perdita di molti privilegi è stata uno shock. Lo Statuto di Autonomia è stato uno strumento di pacificazione - ha proseguito Hans Karl Peterlini - perchè c'era molto da dividere, ma in tempi più difficili come quelli attuali forse è arrivata l'ora di muoversi verso un terzo Statuto. Uno Statuto che sappia trasformare l'Alto Adige in una piccola Svizzera, con più gruppi linguistici ma una sola identità". 

mb

40 anni della nuova Autonomia: serata a tema a Bolzano

L'Assessore Tommasini spiega la sua visione futura di Autonomia

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