Giornata dell’Autonomia 2014

News 2015

Presentata dal presidente Durnwalder e dall'ass. Berger la "Relazione agraria e forestale 2011"

È stata presentata questa mattina (15 maggio) dal presidente della Provincia, Luis Durnwalder, e dall’assessore competente, Hans Berger, la “Relazione agraria e forestale 2011” che raccoglie tutti i dati più completi ed aggiornati riguardanti questi due importanti settori dell’economia altoatesina. Il testo viene elaboratori annualmente dalle Ripartizioni provinciali agricoltura, foreste, sperimentazione agraria e forestale, formazione professionale agricola, forestale e di economia domestica.

Il presidente Durnwalder e l'assessore Berger nel corso della conferenza stampa

Il presidente della Provincia, Luis Durnwalder, ha aperto la conferenza stampa illustrando nel dettaglio i settori di sua specifica competenza come le foreste, la caccia, la pesca ed il Centro di Laimburg.

“Il 2011 è stato un anno dedicato a livello internazionale al bosco ed in questo senso la Provincia di Bolzano” ha sottolineato il presidente “si è impegnata in una sempre più capillare sensibilizzazione, soprattutto delle nuove generazioni nei confronti dell’ambiente e delle foreste in particolare, distribuendo materiale informativo nelle scuole ed in occasione di manifestazioni pubbliche”. 

In accordo con le finalità definite dalle Nazioni Unite si è cercato di incrementare la coscienza e la conoscenza di questo tema per sostenere l’impegno a favore della gestione, della conservazione e dello sviluppo sostenibile delle foreste di tutto il mondo per il bene delle generazioni presenti e future. Assieme alla Ripartizione “Natura e paesaggio” la Ripartizione “Foreste” ha pubblicato nuovi opuscoli e materiale informativo, tramite stand informativi in occasione della fiera Tempo libero o di manifestazioni nei paesi ha cercato di sensibilizzare i cittadini, ha organizzato un’”Opera del bosco” per bambini, ed ha infine organizzato escursioni guidate ed altre iniziative.

Durnwalder ha quindi sottolineato che “Lo stato della salute del bosco per l’anno 2011 può essere valutato a livello provinciale come buono”. Circa il 21,3% della superficie boschiva è colpita da malattie, ma grazie alla capacità reattiva dei sistemi ecologici nella maggior parte dei casi casi è registrata una completa ripresa dell’attività vegetativa.

Nell´anno 2011 si è registrato un nuovo record nelle utilizzazioni forestali. Degli oltre 800.000 metri cubi di legno circa 1/4 è attribuibile a eventi straordinari come schianti da vento, da neve o piante colpite da parassiti. Per quanto concerne il mercato del legname, è possibile affermare che nel 2011 il tondame da sega di abete rosso si è attestato a 110,12 €/m3. Il prezzo è stato dunque superiore dell’ 8,7% rispetto al prezzo medio nell’anno precedente.

L'Alto Adige è un territorio di montagna in cui ben il 40 % della superficie è collocata al di sopra dei 2.000 m s.l.m. Nello spirito della legge forestale, che prevede la tutela dei terreni di qualsiasi natura e destinazione d’uso, più del 90 % della superficie provinciale è sottoposto a vincolo idrogeologico-forestale.

Questo vincolo è diretto alla conservazione degli ecosistemi, alla stabilità del suolo, al regolare deflusso delle acque, alla razionale gestione dei boschi, dei prati di montagna e dei pascoli ed al loro miglioramento, alla conservazione della fauna e della flora, alla difesa dei danni derivanti dalla particolare situazione dei luoghi; tutto ciò tenendo conto anche della tutela della natura e del paesaggio. Non soggetti a questo vincolo idrogeologico-forestale sono praticamente solo gli abitati, la viabilità e le colture intensive. l’Alto Adige è coperto per 336.689 ha da bosco e per 35.485 ha da “altre terre boscate”.

Alpicoltura
Le nostre malghe, sono generalmente di alta quota, quasi sempre quindi ubicate oltre il limite del bosco e sono caratterizzate da substrati a reazione per lo più acida. Sono adatte per lo più all'alpeggio di bestiame giovane e in asciutta e meno per quello da latte, più delicato ed esigente. Ca. il 50 % del patrimonio zootecnico complessivo (87.610 capi = 42.176 UBA - unità bovine adulte) viene infatti alpeggiato con conseguente sgravio delle aziende agricole nei mesi estivi.

Il cambiamento climatico
“Un ruolo importante nell’andamento del settore agro-forestale” ha quindi sottolineato il presidente “viene svolto naturalmente dal cambiamento climatico che fa sentire le proprie conseguenze in maniera sensibile anche in Alto Adige”. Dal 106 al 2012 si è registrato un aumento medio della temperatura nell’arco dell’anno di 0,7 gradi centigradi ed entro il 2050 questo aumento sarà di ulteriori 1 – 3 gradi centigradi. La conseguenza piè evidente è rappresentata dallo spostamento verso l’alto delle superfici boscate e di conseguenza anche di quelle coltivate.

La biomassa ed il teleriscaldamento
In Alto Adige operano attualmente 71 centrali idi teleriscaldamento che utilizzano per il loro funzionamento circa  1.345.000 metri steri (mst) di cippato,  corrispondente ad oltre 500.000 mc di tondame. Più della metà (ca. 645.000 mst) deriva da segherie e aziende di trasformazione. Circa il 13% (170.000 mst) viene messo a disposizione direttamente dai proprietari boschivi, mentre i restanti 530.000 mst (39 %) vengono importati.

Con l’energia termica prodotta nelle centrali di teleriscaldamento si riesce a coprire oltre il 14 % del fabbisogno provinciale (corrispondente a oltre 70 milioni di litri gasolio). Un ulteriore 10 % dell’energia termica richiesta viene erogata tramite impianti privati in case unifamiliari, plurifamiliari ed aziendali a legna in ciocchi, scarti di legna, bricchette, cippato, o pellets. Il fabbisogno annuale di legna da ardere, quindi, supera ampiamente la massa di legna che annualmente viene prelevata dalle foreste della nostra provincia.

Il presidente ha quindi illustrato brevemente la situazione della caccia a livello provinciale dove la legge è stata in parte impugnata a livello centrale con sospensive che riguaradano principalmente l’attività venatoria per lo stambecco e la marmotta.

Riguardo alla pesca ha quindi sottolineato che i gestori delle centrali idroelettriche sono ora obbligati dalla legislazione provinciale a versare un contributo per la gestione ittica dei corsi d’acqua interessati dagli impianti. In merito al Centro di sperimentazione agraria e forestale di Laimburg il presidente ha specificato che prosegue con successo l’attività di sperimentazione e di ricerca nel campo della frutticoltura e nella lotta alle principali malattie del settore, primo tra tutti il colpo di fuoco che nel corso del 2011 ha fatto registrare in Alto Adige 540 casi, in 37 Comuni per complessive 500 aziende frutticole.

L’assessore provinciale all’agricoltura, Hans Berger, ha quindi illustrato nel dettaglio i settori di sua competenza. La superficie agricola utilizzabile – costituita da arativi, superfici frutticole e viticole, prati e pascoli – nel corso di questo decennio è diminuita del 9,5 per cento, anche se la diversità dei criteri di rilevazione rende peraltro difficile la comparazione di questi ultimi dati con quelli del 2000.

Gli elementi raccolti evidenziano il calo numerico delle aziende e l’incremento delle loro superfici medie, il che dimostra un’aumentata specializzazione e concorrenzialità delle imprese stesse. Al tempo stesso si rileva peraltro una scarsa tendenza al ringiovanimento dei titolari delle aziende: il 53 per cento di loro ha un’età compresa tra 40 e 60 anni. In generale si può osservare che i masi continuano ad essere coltivati e che non si registrano superfici inutilizzate.

Va anche evidenziato che il solo dato relativo alla riduzione del numero di aziende non significa un abbandono del territorio, dato che le famiglie continuano ad abitare nel maso , anche se sono occupate in altre attività extra-agricole. Da ciò nasce la necessità di far sì che le attività lavorative continuino ad essere disponibili nelle zone rurali.

Nel settore della frutticoltura prosegue il trend verso annate di elevata produzione. Per la quarta volta consecutiva è stata superata la soglia del milione di tonnellate, registrando un incremento di produzione pari al 7% rispetto al 2010, nonché il superamento della quantità-record del 2009.

La stagione di commercializzazione 2010/11 ha evidenziato una vivace richiesta, a fronte della minor quantità di mele a livello europeo degli ultimi 10 anni. Di conseguenza anche il nostro volume di affari è nuovamente aumentato rispetto alla difficile stagione 2009/10 ed i prezzi di liquidazione hanno potuto nuovamente attestarsi decisamente al di sopra dei costi di produzione.

Nel settore dei piccoli frutti si registra invece una produzione molto scarsa, dovuta in parte alle sfavorevoli condizioni metereologiche della primavera ed in parte ai notevoli danni causati dalla Drosophila suzukii. Nel 2010 sono comparsi in Sudtirolo i primi esemplari di questo parassita importato in Europa dal Giappone, il cui enorme potenziale distruttivo si è evidenziato per la prima volta nel 2011.

In settembre si è verificata un’esplosiva moltiplicazione, tanto che in alcune zone viticole si è dovuto anticipare la vendemmia, soprattutto della Vernaccia, per scongiurare danni ancora maggiori. Purtroppo si sono registrati anche gravi danni da grandine, come ad esempio quelli che hanno colpito fino al 90% un territorio di 400 ettari nelle zone di Caldano, Appiano e fino alla conca di Bolzano.

La vendemmia è iniziata circa due settimane prima della norma ed il raccolto è risultato pressoché in linea con la media calcolata sul lungo periodo. La qualità del prodotto fa comunque sperare in un’ottima annata. Quella del 2011 è stata una buona annata anche per il miele. Le favorevoli condizioni però non hanno avvantaggiato solo le api, bensì anche la Varroa, che si è diffusa molto rapidamente, causando notevoli danni agli alveari. 

Tra le diverse patologie animali va sottolineato il successo della lotta contro la rabbia. Nel 2011 le dispendiose misure di prevenzione hanno dimostrato tutto il loro effetto positivo, tanto che è stata individuata solo un’unica volpe positiva (14.2.2011) in provincia di Belluno. Ciononostante, la vaccinazione obbligatoria di tutti i cani contro la rabbia rimane obbligatoria in Alto Adige anche per il 2012.

Nelle zone di confine a rischio di infezione sono inoltre sottoposti a vaccinazione anche gli animali da allevamento. Alle complessive 6 campagne di vaccinazione delle volpi attuate in Alto Adige (iniziate in dicembre 2009), seguiranno nel 2012 ulteriori 2 campagne.

L’inconsueta siccità primaverile ha costituito un notevole problema per alcune aziende ad indirizzo foraggicolo e, soprattutto nelle zone dove la crescita è più precoce, ha causato notevoli perdite nel primo taglio. Nelle zone di media altitudine, le successive precipitazioni hanno contribuito a far sì che il raccolto del fieno fosse alla fin dei conti abbastanza soddisfacente, mentre alle quote più elevate il raccolto è risultato generalmente buono. I tagli successivi sono stati soddisfacenti in ogni fascia altimetrica, per cui i timori di inizio stagione si sono fortunatamente dimostrati infondati.

Nel settore della commercializzazione del bestiame si registra un leggero calo del numero di capi movimentati, mentre il prezzo risultava mediamente in leggera salita. La produzione di latte, in presenza di un moderato aumento del prezzo di   liquidazione, si è attestata ad un livello generalmente stabile.

Per assicurare un complessivo miglioramento degli utili, la collaborazione delle nostre latterie è di fondamentale importanza, per cui è assolutamente positivo il fatto che aumenti sempre più la consapevolezza di tale necessità e responsabilità. “E questa responsabilità” ha sottolinea l’assessore Berger “non deve essere avvertita solo all’interno di un singolo settore, ma va estesa ad un ambito ben più vasto.

È proprio questo il concetto che anche nel 2011 si è cercato nuovamente di realizzare con il motto “Il Turismo incontra l’Agricoltura”. Malgrado le differenze di vedute, in molti settori si è potuta instaurare una buona collaborazione. Per il futuro sarà necessario costruire sulle fondamenta esistenti, poiché la collaborazione tra Agricoltura e Turismo costituisce un decisivo fattore di concorrenzialità ed un potenziale vantaggio per l’Alto Adige”.

La prova del fatto che per affrontare le sfide è meglio lavorare insieme è già stata fornita dall’Alto Adige e dalla rete delle Regioni montane in relazione alla riforma della PAC. “Nell’ottobre del 2011 il Commissario UE all’Agricoltura Dacian Ciolos ha presentato le sue proposte di legge sulla riforma stessa. Nella proposta sono stati mantenuti tutti gli strumenti da noi utilizzati e sono stati inseriti anche alcuni nuovi principi.

Ciò rappresenta un successo ed è il risultato di innumerevoli riunioni ed interventi comuni, insieme con i nostri partner italiani, austriaci, germanici, slovacchi, francesi e scozzesi. Già il solo fatto che le Regioni montane vengano citate per la prima volta e siano considerate in diverse misure dimostra che le nostre argomentazioni trovano ascolto a Bruxelles.” ha affermato Berger.

La coltivazione ecologica in Sudtirolo riveste un’importanza sempre crescente, tanto che negli ultimi anni si è assistito ad un costante incremento sia del numero delle aziende biologiche che della superficie totale destinata a tale metodo di coltura, con una prevalenza, in termini di superficie, nel settore della foraggicoltura e della frutticoltura. Nel 2011 la conversione ha interessato soprattutto la viticoltura (60 ettari), mentre nel comparto frutticolo si è registrato un interesse minore (30 ettari). Un forte sviluppo verso il biologico si osserva invece da parte delle aziende ad indirizzo foraggicolo, per cui si può affermare che anche in Alto Adige questo trend rappresenta un importante obiettivo per il futuro.

In luglio del 2011 il Parlamento europeo ha assunto un’importante decisione sul futuro delle colture esenti da organismi geneticamente modificati, deliberando a grande maggioranza di accordare agli Stati membri la concreta possibilità di vietare sul proprio territorio la coltivazione di piante geneticamente modificate. Contrariamente a quanto proposto dalla Commissione UE, il Parlamento ha deliberato la possibilità di vietare o limitare la coltivazione anche per motivi socio-economici ed ecologici.

Con ciò si è compiuto un ulteriore passo importante, ma ora è necessario che Parlamento e Consiglio dei Ministri trovino l’accordo su una proposta unitaria. “La strada che noi abbiamo intrapreso già all’inizio del secolo si dimostra sempre più come quella in grado di raccogliere la maggioranza dei consensi ed è irrinunciabile per la natura e per l’Agricoltura sudtirolese” ha ribadito Berger.

Il fatto che l’Agricoltura conservi tuttora intatta la propria attrattiva, è dimostrato dal forte incremento numerico di studentesse e studenti, ed anche dal crescente interesse per le diverse opportunità di formazione, aggiornamento e consulenza. I settori dell’agricoltura, dell’economia domestica e dell’alimentazione sperimentano un rinnovato interesse soprattutto da parte dei giovani, che in questi campi vedono nuove prospettive per il futuro.

“Tutto ciò rappresenta per noi, in qualità di responsabili della formazione professionale, agricola, forestale e di economia domestica, un ulteriore stimolo a proseguire sulla via intrapresa verso la riorganizzazione e lo sviluppo delle scuole professionali, ed a fare in modo che esse possano essere sempre più collegate in rete con l’ambiente rurale. Sarà così possibile far sì che l’offerta tenga conto sia degli interessi dei giovani che delle richieste che provengono dal mercato del lavoro e dal mondo rurale” ha quindi concluso l’assessore. .

FG


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