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Ass. Berger: "Il futuro del turismo dipende dalla crescita complessiva dell'Alto Adige"

Si è svolta questa mattina presso l’Hotel Laurin di Bolzano la tradizionale conferenza stampa sul turismo altoatesino indetta dal vicepresidente della Provincia, Hans Berger, ed alla quale hanno preso parte il presidente di Alto Adige Marketing (SMG) Reinhold Marsoner, ed il direttore Christoph Engl.

Conferenza stampa sul turismo in Alto Adige

“Nel 2010 sono arrivati in Alto Adige 5,7 milioni di ospiti, per un totale di 28,6 milioni di pernottamenti. Questi dati sono i migliori di sempre, e ci fa particolarmente piacere che la nostra strategia di cauto “melting pot” turistico abbia funzionato.

Se nel 2002 i pernottamenti di ospiti provenienti da Paesi diversi da  Germania, Italia, Svizzera ed Austria si attestava sul 12%, l’anno scorso questa cifra ha toccato il 18%. Nel 2010” ha aggiunto l’assessore provinciale, Hans Berger, illustrando i dati  riguardanti il turismo in Alto Adige “le crescite hanno riguardato soprattutto Repubblica Ceca, Polonia, Austria e Gran Bretagna”.

“L’Alto Adige esercita un grande fascino su tanti dei nostri ospiti, che lo considerano un luogo dove è piacevole non solo trascorrere una breve vacanza, ma anche viverlo in maniera intensa”, ha affermato Berger. Berger, Marsoner e Engl si sono poi trovati concordi nell’individuare i motivi di questo successo nell’ottima sintonia tra paesaggio, prodotti e persone.

Un aspetto importante nel panorama turistico altoatesino messo in luce nel corso della conferenza stampa è rappresentato anche da fatto che oltre 100.000 altoatesini trascorrono le proprie p vacanza in ambito provinciale, una caratteristica questa piuttosto rara a livello europeo.

Berger ha messo l’accento sull’equilibrio ideale esistente tra agricoltura e turismo: “Da noi esistono i migliori presupposti per realizzare strette collaborazioni e cicli economici locali. Inoltre ci sono ottimi prodotti, sia con il marchio “Qualità Alto Adige” che con il sigillo “Gallo Rosso” – il quale identifica i prodotti di qualità contadini – o ancora specialità eno-gastronomiche che non portano alcun marchio ma sono comunque realizzate da persone altamente preparate”.

Adesso si tratta solo di sfruttare in maniera ancora più forte queste potenzialità, ha aggiunto Berger, il quale ha sottolineato il ruolo decisivo dell’agricoltura per la tutela del paesaggio altoatesino. “Un terzo del territorio è sottoposto a tutela paesaggistica, stiamo diventando un “Klimaland”, ossia un territorio in grado di ottenere il 100% dell’energia elettrica da fonti rinnovabili, e facciamo grandi sforzi per migliorare ulteriormente le vie di collegamento e di trasmissione dati, per tenere in vita anche gli insediamenti più isolati”.

L’Alto Adige può comunque essere attraente per i suoi ospiti solo nel momento in cui lo è anche per i propri abitanti. In fin dei conti il fascino particolare dell’Alto Adige è dovuto proprio alla sua gente. Le tre lingue ufficiali della provincia – italiano, tedesco e ladino – testimoniano di una cultura vissuta ogni giorno, mentre la prima università trilingue d’Europa rappresenta un segnale evidente della ricchezza linguistica del territorio.

A questo si aggiunge lo spiccato senso di solidarietà verso il prossimo, dimostrato dalle 3.200 associazioni di volontariato esistenti in Alto Adige. Spicca inoltre, nel panorama europeo, il fatto che ci siano tantissime aziende a conduzione familiare, e non solo nel settore turistico. E questo, secondo Berger, rende l’Alto Adige a prova di crisi e flessibile.

Adesso si tratta solo di preservare e sostenere in maniera oculata questa armonia tra paesaggio, prodotti e persone. “Dobbiamo rimanere un territorio attraente per i turisti. L’ospite del futuro – ha detto Berger illustrando la strategia degli anni a venire – non cerca la massa o le monoculture, ma è sempre più alla ricerca di emozioni e di spazi vitali. Ecco perché noi puntiamo a fare dell’Alto Adige la località europea più desiderata”. Intendendo con ciò che l’Alto Adige deve rimanere un posto dove tutti vorrebbero vivere.

Da parte sua il presidente di SMG, Reinhold Marsoner, ha individuato i punti di forza dell’Alto Adige nella cosiddetta cultura del paesaggio, ovvero nella natura con prati e campi rimodellata dall’uomo ed in modo particolare nella cultura architettonica.

Quest’ultima negli anni passati ha vissuto uno sviluppo prevalentemente quantitativo, improntato al massimo sfruttamento delle cubature. “Ciò di cui abbiamo bisogno adesso è di un nuovo abitare alpino, vale a dire un’architettura di qualità in un ambiente  sensibile come il paesaggio altoatesino”, ha spiegato Marsoner.

L’Alto Adige è all’avanguardia anche in tutto ciò che riguarda la montagna. A questo riguardo Marsoner ha citato la tecnologia alpina, con le sue aziende leader nel mondo, e l’ottimo funzionamento dell’agricoltura di montagna. Nei prossimi anni si tratterà quindi di dare a tutte queste competenze un profilo ancora più definito e di farle sviluppare in rete.

Infine Christoph Engl, direttore di Alto Adige Marketing, ha parlato di ciò che è necessario affinché l’Alto Adige possa diventare la località europea più desiderata. Si tratta non solo di amministrare bene il passato, ma anche di svilupparsi in maniera adeguata ai tempi. “Il primo obbligo consiste nell’occuparsi di quei temi che saranno decisivi in futuro come la competenza alpina, la politica energetica, la cultura, l’architettura e i prodotti di qualità”, ha affermato Engl.

 

 

FG


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