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Progetto di ricerca dà nuove speranze ai "Bambini farfalla"

Presentato questa mattina dal presidente Durnwalder a Palazzo Widmann un progetto di ricerca promettente che dà nuove speranze a chi soffre della rara malattia “Epidermolisi bullosa“, i cui malati sono anche chiamati „bambini farfalla“, perchè un difetto genetico rende la loro pelle vulnerabile come l’ala di una farfalla.

Conferenza stampa sui "Bambini farfalla"

Il progetto di terapia avviato in provincia di Bolzano assieme alla clinica universitaria di Salisburgo, si basa sulla terapia staminale sviluppata a Modena dal professor Michele De Luca.

Con il sostegno dell’associazione “Debra” e delle amministrazioni provinciali, in particolare del presidente della Provincia di Bolzano, Luis Durnwalder e della sua omologa di Salisburgo, Gabi Burgstaller, le cliniche sono riuscite a realizzare un progetto di terapia e di ricerca molto ambizioso, finanziata dalla UE nell’ambito del programma Interreg IV A-Italia-Austria.

Nel corso della conferenza stampa il presidente ha affermato “Mi stanno molto a cuore i bambini farfalla e sono felice che possiamo contribuire a sviluppare terapie efficaci. Per questo motivo la commissione ha scelto questo progetto come primo fra molti altri “.

A causa della mancata produzione di determinate proteine la pelle dei malati di epodermolisi bullosa è molto vulnerabile, causano dolori acuti e una serie di disturbi e malattie consecutive, come carie dentali o tumori alla pelle. Finora i medici si sono dovuti limitare alla cura di sintomi e mali accompagnatori. A Modena però, nel centro di medicina rigenerativa, il professor Michele De Luca ha sviluppato una terapia staminale che rappresenta l’inizio di un metodo terapeutico per i malati di “EB”. Nelle Cellule epidermiche prelevate dal paziente viene inserito in laboratorio un gene artificiale che produce le proteine necessarie per creare un tessuto epidermico. Formatosi questo tessuto, si procede al trapianto dello stesso.

Il metodo del professor De Luca costituisce la base di un progetto di ricerca e terapia nell’ambito di Interreg IV A Italia Austria.

I malati di EB dell’Alto Adige vengono trattati con questo nuovo metodo grazie al progetto Interreg. Il progetto di ricerca viene eseguito dalla clinica universitaria di Salisburgo in collaborazione con l’ospedale di Bolzano. Determinante è la partecipazione del Prof. Universitario Dr. Hintner della clinica universitaria di Salisburgo e del Primario Dr. Werner Wallnöfer dell’ospedale di Bolzano. “Il progetto è un’eccellente iniziativa che mostra gli sforzi della nostra ripartizione sanità, per assicurare cure e attenzioni ai pazienti”, sostiene il direttore di Dipartimento, Florian Zerzer.

Da apprezzare è inoltre l’intenso lavoro svolto da Debra Austria e Debra Alto Adige, che hanno attivato il progetto di ricerca transfrontaliero, continua Zerzer. Secondo il primario Dr. Werner Wallnöfer nel corso di questo progetto le caratteristiche genetiche dei pazienti malati di EB verranno valutate da docenti clinici e biologi molecolari di Bolzano e Salisburgo.

Mentre i pazienti vengono curati a Bolzano, nella clinica universitaria di Salisburgo vengono effettuati i test sulle cellule staminali ed i trapianti.

Il vicepresidente dell’associazione Debra Südtirol-Alto Adige Guido Bocher ha ringraziato nel corso dell’incontro ringrazia il presidente Luis Durnwalder, la presidente Gabi Burgstaller di Salisburgo e l’assessore alla Sanità,  Richard Theiner per il loro attivo sostegno.

 

 

 

 

FG

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“Bambini Farfalla”: nuove speranze per loro


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