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Presunto caso di BSE: gli uffici provinciali precisano

Rispetto alle notizie di stampa riportate oggi (3 maggio) su un decesso causato dalla malattia di Creutzfeld Jakob, l'Ufficio provinciale Igiene e salute pubblica chiarisce che non si è affatto trattato di un caso di BSE, la cosiddetta "mucca pazza", e che tutte le comunicazioni del caso sono state a suo tempo inoltrate alle sedi competenti. Anche il Servizio veterinario provinciale sottolinea che dal 2001, senza eccezione, sono stati espletati tutti gli obblighi di comunicazione e non sono state riscontate irregolarità di sorta.

"La notizia riportata è chiaramente sbagliata. La persona citata è deceduta non per BSE, ma a causa di una forma sporadica della malattia di Creutzfeldt Jakob, vale a dire una encefalopatia spongiforme che molto raramente si manifesta nelle persone ma che ha conseguenze mortali ed contrassegnata dalla trasmissione attraverso proteine atipiche (prioni)", spiega la direttrice dell'Ufficio provinciale Igiene e salute pubblica Giulia Morosetti.

Il caso citato dal giornale Alto Adige, specifica ancora la direttrice, non è stato tenuto riservato e sotto silenzio, ma comunicato nel 2005, come previsto dallo specifico sistema nazionale per le malattie infettive. Il sospetto di CJD (Creutzfeld Jakob Disease, secondo la terminologia inglese della malattia) segnalato dall'Azienda sanitaria è stato confermato dall'Università di Verona.

"Si distinguono quattro forme di CJD, tre classiche e una nuova variante, la cosiddetta vCJD. Nella più comune delle tre forme classiche della malattia sporadica si verifica che i prioni scatenanti la malattia - per ragioni non ancora spiegate - si formino spontaneamente nel cervello e si diffondano", continua Giulia Morosetti. La forma sporadica della malattia di Creutzfeldt Jakob è nel mondo, ad eccezione della Gran Bretagna, la forma più frequente di CJD che colpisce le persone. "La malattia si manifesta a livello mondiale - continua Morosetti - con la frequenza di un caso all'anno per milione di abitanti. Il rischio di malattia cresce con l'aumentare dell'età e registra il picco massimo attorno ai settant'anni. A questa età il rischio di contrarre la malattia si aggira annualmente sul rapporto di una persona ogni 125mila. In rari casi colpisce anche persone giovani, la probabilità di ammalarsi prima dei trent'anni è stimata in un caso ogni 3 milioni." Di regola la malattia conduce purtroppo alla morte nel giro di circa sei mesi.

"Di contro si registra soltanto per la cosiddetta variante della malattia (vCJD), manifestatasi per la prima volta in Gran Bretagna nel 1996, una relazione con il consumo di carne di bovini colpiti da encefalopatia spongiforme bovina (BSE). Anche tale variante della malattia di Creutzfeld Jakob è una patologia del sistema nervoso centrale, ma le persone colpite sono principalmente giovani con una media di età di 27 anni", chiarisce Morosetti.

Il direttore del Servizio veterinario provinciale, Paolo Zambotto, precisa che per quanto concerne i controlli veterinari "dal primo gennaio 2001, data in cui i test rapidi BSE sono diventati obbligatori a livello comunitario sui bovini macellati o morti al di sopra di una certa età prestabilita, in Alto Adige sono stati eseguiti quasi 78.000 controlli." Di questi solo sei hanno dato esito positivo (uno nel 2001, quattro nel 2002 e uno nel 2004): due di questi bovini colpiti dalla BSE erano in realtà di origine estera. "In tutti questi casi - continua Zambotto - la Procura della Repubblica è stata immediatamente informata e non sono state riscontrate irregolarità di sorta. Parallelamente in tutti questi casi sono stati informati in maniera dettagliata anche i mass media, così come rilevabile da tutti i relativi comunicati."

pf


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