Giornata dell’Autonomia 2014

News 2015

Comunicare il sociale. Intervento di don Ciotti alla Libera Università di Bolzano

Si è svolto oggi presso la Libera Università di Bolzano il convegno sulla prevenzione dal titolo “Comunicare il sociale”, organizzato dalla Ripartizione Politiche Sociali, in collaborazione con la LUB – le Facoltà di Scienze della Formazione e di Design e Arti, la Sede Rai di Bolzano e l’Ordine dei giornalisti.

Convegno "Comunicare il sociale" alla LUB

Quello di oggi è stato indubbiamente un appuntamento importante di riflessione e di approfondimento sul tema della comunicazione in ambito sociale, un momento di confronto e di discussione tra gli operatori dei media e del lavoro sociale per giungere ad una comunicazione più corretta, puntuale e dettagliata  in questo delicato ambito.

L’importanza del convegno è stata sottolineata anche dalla presenza dell’assessore alla sanità ed alle politiche sociali, Richard Theiner, della vicepresidente della Provincia, Luisa Gnecchi. Presente anche la rettrice della Libera Università di Bolzano, Hanspeter Delucca dell’associazione “People first”, Rita Franceschini, don Luigi Ciotti, presidente di “Libera” e fondatore del “Gruppo Abele”, e Gabi Zornig, giornalista, vincitrice del premio “Claus Gatterer”.

Nel suo intervento l’assessore alla sanità ed alle politiche sociali, Richard Theiner, ha voluto sottolineare che lo scopo primario del convegno è quello di “instaurare una cooperazione proficua con il mondo dei media dell’informazione e della comunicazione” al fine di giungere con uno sforzo comune ad una “nuova cultura del sociale”.

Con queste parole l’assessore ha voluto porre l’accento sulla necessità che “nella società altoatesina venga instaurata e mantenuta la consapevolezza che i problemi sociali ci riguardano tutti. Il sociale non deve divenire un comparto di nicchia all’interno del settore assistenziale. Il mio impegno è rivolto a porre maggiormente il settore sociale al centro degli sforzi della comunità, dichiarando guerra a chi si propone di “tabuizzare” la tematica”.

Con questo termine inconsueto l’assessore Theiner si riferisce a comportamenti come ad esempio “Voltare la testa dall’altra parte, interessarsi al sociale, come individuo e comunità, solo quando si è costretti a ricorrere ai “vigili del fuoco”, nel nostro caso a personale specialistico; ritenere che i servizi sociali e le varie strutture specialistiche siano unicamente competenti per il cosiddetti “casework ed il reinserimento sociale; accettare il fatto che a livello di comunità prima si emarginino le persone, per poi provvedere alla loro reintegrazione con un immenso dispendio di risorse umane e finanziarie”.

L’assessore ha quindi posto l’accento sul fatto che, in generale, nella nostra società si tende a rimuovere tutto ciò che non è bello, giovane e vincente, mentre la realtà nella quale viviamo è ben diversa, “Prima apriamo gli occhi e ci occupiamo con i nostri figli di tematiche come l’invecchiamento, i disturbi psichici in aumento, la disabilità, l’indigenza, le crisi famigliari, i disturbi del comportamento dei bambini ed adolescenti, tanto meglio riusciremo ad affrontare il problema, quando toccherà direttamente noi, i nostri parenti e conoscenti, o altre persone. Prevenzione significa quindi anche sviluppare una maggiore cultura della responsabilità, della giustizia, della solidarietà e del networking tra i vari settori sociali”.

Il responsabile della sanità e del sociale ha quindi annunciato che nei prossimi anni verrà portata avanti insieme al Dipartimento per la cultura, alle Comunità comprensoriali ed alle associazioni “non profit” un’iniziativa culturale denominata “Cultura socialis: dare l’esempio, lanciare un segnale”.

Particolarmente appassionante e coinvolgente è stato quindi l’intervento di don Luigi Ciotti, presidente dell’Associazione “Libera”, fondatore del Gruppo Abele il quale ha esordito con l’invito “Siate analfabeti”.

Con questa provocazione don Ciotti ha voluto sottolineare l’esigenza di non “sentirsi mai arrivati”, di “mettersi in gioco” di “studiare e di approfondire le tematiche sociali”, di “non dare mai nulla per scontato”. In questa società “caratterizzata dagli imperativi delle “prestazioni, del successo, del denaro e del piacere” si perde di vista il fatto che “la vita è fatta di errori, di fragilità, di incertezze, difficoltà di socializzazione e di rapporti tra la persone”.

Per questo motivo, secondo don Ciotti, è necessario un approccio ai temi del sociale “in una dimensione di umiltà, è il noi e non l’io che ci permette di sentire la corresponsabilità e la speranza del cambiamento. È inoltre necessario far emergere sempre il positivo che c’è”. Troppo spesso il sociale, e cioè la storia delle persone, viene trattato con un interesse “specialistico, strumentale e morboso”.

In questo modo si corre il rischio di non cogliere l’individuo e di intendere il sociale solamente come “diversità e patologia”. Per queste ragioni, secondo il fondatore di “Libera”, è necessario che vi siano “occhi nuovi per cogliere la realtà che ci circonda. Il sociale deve essere inteso come un “valore” ed è il contatto con le persone che ci cambia la vita. Il sociale è fatto da persone e pone al centro i loro bisogni profondi perché “prima dei diritti c’è la dignità umana”.

In quest’ottica va quindi rifiutata la logica dell’”emergenza e della spettacolarizzazione del dolore, la grande notizia che non aiuta a capire”.

Nel corso del pomeriggio sono previsti sei workshop  incentrati sulle seguenti tematiche: La rivista culturale "Arunda” ed i Rom/Sinti; Teatro e lavoro sociale; Televisione di strada e lavoro di comunità; Racconti sociali: un laboratorio di scrittura; Laboratorio di idee per designer ed operatori sociali; Crisi esistenziali: nuove energie di vita.

FG


Torna su

Foto 2015

Altre foto


Torna su