Giornata dell’Autonomia 2014

News 2015

Nota del Comitato etico provinciale in merito alla discussione sull'eutanasia

Il Comitato etico provinciale ha diramato oggi una presa di posizione in merito alla discussione sull’eutanasia. Di seguito pubblichiamo il testo integrale della nota

“Regolarmente la cronaca quotidiana offre lo spunto per riaccendere la discussione sull’eutanasia. Notizie preoccupanti riguardanti vari ambiti della nostra vita, le paure e preoccupazioni in vista della vecchiaia, malanni e malattie che caratterizzano l’ultima fase della vita ci vengono proposti in una prospettiva di peso eccessivo e senza via d’uscita.

Le conquiste sociali di per sè positive e auspicabili in prospettiva di una maggiore aspettativa della durata della nostra vita, il progresso delle tecniche sanitarie che consente di mantenere funzioni vitali altrimenti compromesse, ma dall’altra parte anche la difficile ricerca di equilibrio tra accanimento e abbandono terapeutico (trascurare la tutela della vita da una parte, o prolungare inutilmente il processo della morte dall’altra) vengono vissute da molte persone come minaccia incombente.

I motivi che possono portare le persone a prendere in considerazione l’eutanasia sono molteplici e possono essere indotti anche da esperienze di vita personali. Anche la perdita crescente di una visione trascendentale, la mancanza di prospettive che vadano oltre la morte fisica, dove la morte viene vissuta come la fine di ogni cosa, il rifiuto di dare un senso al dolore in una società dove contano solo il benessere e il divertimento, produttività ed efficienza e non c’è spazio per chi non ha questi requisiti, una società che ritiene un fattore di disturbo la malattia, le minorazioni e, talvolta, chi ha bisogno di cure: è in questo contesto che trovano spazio come alternative ritenute accettabili i concetti di eutanasia attiva e di suicidio assistito.

La richiesta di eutanasia nasce principalmente dalla paura del dolore, dell’accanimento terapeutico e della perdita della personalità, dalla paura di essere un peso per gli altri, di restare soli e di morire in solitudine. Questo ci impone di trovare delle misure adeguate per ridurre queste paure:

  • terapia e controllo del dolore
  • limitare gli interventi, dove ciò sia opportuno dal punto di vista medico, per tutelare dall’accanimento terapeutico
  • prendere atto delle esigenze e della volontà dei malati per evitare la perdita della personalità
  • assistenza e accompagnamento spirituale
  • alleggerire il peso di chi è coinvolto (malati e i loro famigliari)

Per garantire ciò è necessario promuovere e sostenere la medicina palliativa per la cura e l’accompagnamento di persone affette da malattia inguaribile, avanzata, con ridotta speranza di vita, considerando la persona nella sua totalità, per alleviare ogni sua forma di dolore. Morire con dignità non significa morire per mano di un’altra persona, ma tenendo la sua mano!

Il Comitato etico provinciale si è occupato in maniera approfondita della problematica. Informazioni e approfondimenti si trovano sul sito: www.provincia.bz.it/bioetica

Il materiale stampato può essere richiesto alla Segreteria del Comitato etico provinciale: Dr. Maria Vittoria Habicher, Ufficio formazione personale sanitario, Corso Libertà, 23, Bolzano, tel. 0471 411614; Fax 0471 411619; E-mail maria.habicher@provincia.bz.it”.

FG


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