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Da domani 12 mummie peruviane saranno esposte al Museo archeologico

Si preannuncia un evento culturale di rilievo l’esposizione di 12 mummie peruviane della civiltà Chachapoya ospitata dal 12 agosto al 15 di novembre presso il Museo archeologico dell’Alto Adige. La mostra è stata presentata questa mattina alla stampa dall'assessora Sabina Kasslatter Mur e dal presidente dei Musei provinciali, Bruno Hosp.

Dal 12 agosto sino al 15 novembre 12 mummie peruviane saranno esposte al Museo archeologico

Dal 12 agosto al 15 novembre il Museo Archeologico dell’Alto Adige ospita un’eccezionale esposizione dedicata alla civiltà dei Chachapoya del Perù (800 - 1500 d.C. circa). Fra gli affascinanti oggetti esposti, figurano, oltre ad una novantina di reperti di insediamenti e siti funerari, anche una dozzina di mummie umane ed animali. 
 
L’esposizione, presentata questa mattina nel corso di una conferenza stampa dall'assessora alla cultura, Sabina Kasslatter Mur, dal presidente dei Musei Provinciali Altoatesini, Bruno Hosp, dal professor Horst Seidler, direttore dell'Istituto di antropologia dell'Università di Vienna, da Sonia Guil`´en, direttrice del Museo di Leymebamba in Perù e dalla direttrice del Museo Archeologico dell’Alto Adige, Angelika Fleckinger, rientra nell’ambito di uno scambio di ricerche in atto tra il Museo Archeologico di Leymebamba/Perù, il Museo Tecnico di Vienna ed il Museo Archeologico dell’Alto Adige.

Nell’ambito di questo trasferimento di metodi e conoscenze, durante la loro permanenza in Europa le mummie saranno esaminate dagli esperti con l’ausilio di apparecchiature di indagine specializzate. Dalle ricerche tecniche, gli archeologi si attendono di scoprire nuovi dettagli su questi uomini leggendari: il cosiddetto “popolo delle nuvole”, per molti versi ancora avvolto nel mistero. 

Prima di giungere a Bolzano, la mostra ha fatto tappa a Vienna dall’12 maggio al 30 luglio scorso. L’esposizione al Museo Archeologico di Bolzano punta ad un approfondimento di carattere culturale ed antropologico sulla cultura dei Chachapoya. Oltre alle 12 mummie umane, infatti, sono esposti anche un centinaio di oggetti d’uso corrente e prodotti dell’artigianato artistico: tessuti, ceramiche, legno e metallo. Modelli e planimetrie tenteranno di ricostruire la realtà culturale del popolo delle nuvole. Modelli e planimetrie tenteranno di ricostruire la realtà culturale del popolo delle nuvole.

Contrariamente a mummie analoghe ritrovate sulle Ande, come la famosa mummia femminile rinvenuta nel ghiaccio (Juanita, della civiltà Inca), risalente al 1450, le mummie degli uomini delle nuvole sono defunti provenienti da un grande complesso funerario.  

L’esposizione sul popolo delle nuvole è nata da una stretta collaborazione tra il Ministero Federale Austriaco dell’Istruzione, della Scienza e della Cultura, retto dalla sig.ra Elisabeth Gehrer, il presidente del Comitato Scientifico per l’Uomo venuto dal ghiaccio, il professore universitario Dr. Horst Seidler ed il presidente dei Musei Provinciali Altoatesini Dr. Bruno Hosp. In cambio dell’esposizione itinerante, il Museo di Leymebamba, eretto con il sostegno austriaco, beneficerà di aiuti tecnici. Mummie e reperti saranno studiati a Vienna e Bolzano con metodi non invasivi assicurati dall’impiego di apparecchiature tecniche all’avanguardia altrimenti non disponibili in Perù.  

Il nome “popolo delle nuvole” venne dato agli appartenenti della civiltà Chachapoya dai loro conquistatori, gli Incas. Si suppone che ciò sia in relazione con la tendenza di queste genti di erigere insediamenti su alture di montagna avvolte nella nebbia. Gli Incas li descrivono come “guerrieri dalla pelle e dai capelli chiari”.

Il popolo, non ancora studiato a fondo, si espanse a partire dall’800 d.C. su alture dalla fitta vegetazione comprese tra i corsi dei fiumi Huallaga e Maranon nelle Ande peruviane. Prima ancora dell’arrivo degli Spagnoli, i Chachapoya vennero sottomessi nel XV secolo dagli Incas. Un secolo più tardi l’intero popolo si estinse in conseguenza delle infezioni portate sul continente dall’Europa.

Il microclima secco di queste tombe poste a 5.000 metri di altitudine ha offerto le condizioni ideali affinché i cadaveri mummificassero e potessero essere conservati, praticamente intatti, fino ad oggi. Stando agli esperti, pare che i Chachapoya si servissero dei loro morti come oracolo.

Della cultura di questo popolo si sa ancora relativamente poco vista la mancanza di una scrittura. Gli studi tecnici sulle mummie contribuiranno dunque a fare luce sul mistero che ancora avvolge, come la nebbia, questi abitanti della foresta. 
 
Per saperne di più si può consultare il sito web del Museo di Leymebamba: http://centromallqui.org.pe/ley_museo_en.htm  o le homepages del Museo tecnico di Vienne e della Facoltà di Medicina dell'Università di Vienna: www.tmw.at e www.meduniwien.ac.at/wolkenmenschen.



 

 

 

FG


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