Giornata dell’Autonomia 2014

News 2015

Preoccupazione dell’assessore Berger per il futuro dei contributi all’agricoltura

In una nota l’assessore provinciale all’agricoltura, Hans Berger, esprime la propria preoccupazione per il disegno di legge in fase di elaborazione da parte della Commissione europea in materia di contributi statali alle aziende agricole.

Secondo l’assessore Berger il disegno di legge, che attualmente è all’esame delle direzioni generali dei Ministeri dell’agricoltura degli Stati membri, con le modifiche relative ai contributi statali per il settore dell’agricoltura, rappresenta una minaccia ai sussidi che attualmente sostengono il settore dell’allevamento nella nostra provincia.

Il disegno di legge prevede, ad esempio, la proibizione di erogare contributi alle organizzazioni degli allevatori e l’eliminazione dei sussidi per l’acquisto di animali d’allevamento. La Commissione Europea è dell’avviso, sottolinea la nota dell’assessore provinciale, Hans Berger, che questi costi debbano essere sostenuti direttamente dagli allevatori e dai contadini.

L’approvazione del disegno di legge nella sua attuale stesura per la Provincia significherebbe in futuro non poter più sostenere né l'attività del registro genealogico né i controlli di produzione e prestazioni, come sottolinea l'assessore Hans Berger, che teme la fine dell'attività di allevamento congiunta e organizzata.

Le microstrutture di allevamento come quelle in Alto Adige non sono pensabili senza un'associazione alle spalle, senza aiuti organizzati e collaborazione tra vari soggetti. "Il problema è che l'UE non ha presente questa realtà ma ha preso invece come misura di paragone i grandi allevamenti su scala industriale di Danimarca o Olanda", spiega l'assessore provinciale all'Agricoltura Hans Berger.

Di conseguenza la bozza della commissione UE con le nuove direttive per gli aiuti statali, ora in esame a Roma e presso le capitali degli altri paesi membri dell’Unione, non prevede la possibilità di adeguati sostegni all'allevamento. "L'agricoltura viene praticamente consegnata al libero mercato, dimenticando ad esempio il ruolo fondamentale anche di carattere sociale che svolge nelle zone di montagna, dove non esistono industrie di allevamento ma solo piccole aziende contadine", specifica Berger. 

FG


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