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Carta dagli scarti della mela: progetto innovativo pronto per il mercato col sostegno FSE

Produrre una carta ecologica recuperando gli scarti della lavorazione delle mele: i risultati del progetto di ricerca, cofinanziato dal Fondo sociale europeo della Provincia, e le future applicazioni del brevetto dell’altoatesino Alberto Volcan sono stati presentati nel convegno tenutosi oggi (giovedì 30) a Bolzano. Il presidente Luis Durnwalder ha ribadito l’intenzione della Provincia di investire in progetti di ricerca e innovazione come quello della cartamela, “che ha ricadute positive sull’economia e sull’ambiente dell’Alto Adige.”

Dopo aver mangiato la mela, il presidente Durnwalder contribuisce con il torsolo alla produzione di cartamela (Foto USP/Pertl)
Il convegno "Cartamela: Applewaste reclycling", dedicato al riciclaggio degli scarti della mela, è nato da un progetto coofinanziato dal FSE e gestito dalla Ecoapple e ha visto riuniti oggi a Palazzo Widmann, assieme a Durnwalder e all’assessore all’Agricoltura Hans Berger, imprenditori, amministratori ed esperti del settore ambientale.  
L’azienda, dopo l’intuizione dell’ingegnere altoatesino Alberto Volcan e il progetto di ricerca cofinanziato dal FSE nel 2005, ha messo a punto un sistema industriale brevettato per recuperare gli scarti della lavorazione industriale delle mele. Come ha ricordato la direttrice del Servizio FSE della Provincia, Barbara Repetto, “il Fondo Sociale Europeo ha riconosciuto le potenzialità di questo brevetto e ha sostenuto un progetto triennale per individuarne le migliori applicazioni a livello industriale, studiare sistemi di estrazione di questa materia economicamente più vantaggiosi e analizzare le opportunità di una sua commercializzazione a livello internazionale.” 

In particolare il progetto puntava a realizzare un supporto cartaceo assolutamente innovativo (denominato poi cartamela) che, utilizzando almeno in parte la materia prodotta dall’impianto, presentasse caratteristiche meccaniche e di stampabilità pari o superiori alla comune carta di cellulosa o riciclata. Alla ricerca hanno contribuito la Libera Università di Bolzano, la Volkanline e la Cartiera di Galliera SpA e dai risultati emerge che gli obiettivi di progetto sono stati raggiunti: oggi cartamela è disponibile sul mercato, dove verrà lanciata nelle prossime settimane. “L’Alto Adige deve recuperare sul piano dell’innovazione e della ricerca – ha sottolineato nel suo intervento il presidente Durnwalder – e per questo la Provincia intende investire in progetti di qualità e sostenere soluzioni innovative come quella di cartamela. Si tratta di un’idea tanto più importante in un’area che produce un milione di tonnellate di mele all’anno e che dal riciclaggio degli scarti del frutto può ricavare ricadute positive sul piano economico e ambientale.” Il progetto di ricerca è stato finanziato dal FSE con 150mila €, che hanno coperto la metà dei costi.

L’ingegner Volcan ha illustrato la sua intuizione: studiando le varie problematiche della lavorazione dei succhi di frutta e le sue esalazioni, decideva di tentare alcuni esperimenti per verificare se quel materiale poteva essere utilizzato in altro modo. L’elevata presenza di zuccheri e di cellulosa ad esempio lo ha portato a volerne sperimentare l’utilizzo nella produzione di carta. Erano però necessari considerevoli investimenti in ricerca, coinvolgere aziende e laboratori pubblici e privati e così decise di coinvolgere un ristretto numero di soci, costituire la Ecoapple e richiedere un contributo alle spese di ricerca al FSE. Oggi l’idea di Volcan si è concretizzata. “È un esempio da seguire – ha commentato Durnwalder – di come un’intuizione innovativa possa trovare realizzazione pratica con il concorso di vari settori.”

L’impianto di Ecoapple verrà ora utilizzaato in alcune industrie altoatesine e all’estero, contribuendo così concretamente a ridurre l’impatto ambientale di questo tipo di rifiuti. Durante i lavori è stato ricordato che applicare il processo “Volcan” al termine della lavorazione dei succhi, oltre a realizzare una materia prima-seconda con un preciso valore economico, contribuisce a ridurre gli oneri di smaltimento a carico delle industrie, l’inquinamento dovuto al trasporto in discarica o in biomassa con centinaia di camion e a completare il ciclo della mela in Alto Adige, dove gli scarti della lavorazione delle mele ammontano a circa 40.000 tonnellate l’anno, di cui 5000 solo nel settore della trasformazione della frutta in succhi concentrati. 
La ricerca ha infine confermato che vi sono concrete possibilità di sfruttamento del brevetto anche sui mercati internazionali, soprattutto per la particolare tecnologia utilizzata, che impedisce che gli scarti tornino a fermentare, pur mantenendo integre tutte le loro caratteristiche chimico-fisiche. Interessanti si presentano in particolare i mercati della Cina e dell’India.

pf


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