Giornata dell’Autonomia 2014

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Indagine sui congedi parentali dei papà in Alto Adige

È mediamente più esteso in Alto Adige che in Italia il periodo di utilizzo dei congedi parentali maschili: i risultati dello specifico studio promosso dall’Assessorato provinciale Formazione professionale italiana, lavoro e innovazione, sono stati presentati oggi (venerdì 17) a Bolzano. L’assessora Luisa Gnecchi ha sottolineato il salto di qualità garantito dalla legge 53, “che ha sancito il diritto soggettivo del padre ad utilizzare i congedi parentali”, non subordinandolo più alla condizione professionale della madre.

La legge 53 dell'8 marzo 2000, che incentiva i congedi parentali maschili e il diritto soggettivo del padre di usufruire di congedi per accudire i figli, “rappresenta un punto di svolta significativo nel concetto delle pari opportunità professionali e di condivisione del lavoro familiare tra donna e uomo”, ha sottolineato Luisa Gnecchi, invitando i genitori "ad approfondire ancora le essenziali e preziose informazioni sulla normativa."  
Sostenuta dall’Assessorato provinciale Formazione professionale italiana, lavoro e innovazione e dal Fondo sociale europeo, è stata condotta una ricerca per verificare le dimensioni dell’utilizzo della legge 53 da parte dei papà nelle aziende pubbliche e private dell'Alto Adige e le relative esperienze. La legge prevede un massimo di 10 mesi di congedo facoltativo complessivo (paterno e materno) fino al compimento degli 8 anni del figlio. Lo studio "La legge 8 marzo 2000 n. 53, un incentivo per le nuove paternità", a cura della Società Sistema di Venezia e del Centro documentazione e informazione della donna di Bolzano, è stato presentato oggi a Palazzo Widmann.

La ricerca  effettuata tra ottobre e dicembre 2004 ha indagato i comportamenti dei genitori nei confronti delle opportunità attivate dalla legge sui congedi parentali e ha coinvolto 22.606 dipendenti delle Amministrazione pubbliche locali e diverse aziende private dei settori dell’industria, commercio e terziario in Alto Adige che complessivamente assorbono 3.921 dipendenti. L’indagine ha interessato i dipendenti che hanno usufruito di congedi parentali nel periodo dall’entrata in vigore della legge ed è stata realizzata attraverso una scheda compilata dalle aziende. Dal “sondaggio” emerge che i congedi parentali maschili sono stati usufruiti solo in 10 Amministrazioni pubbliche (sulle 16 contattate). 

Queste aziende pubbliche fanno registrare 5.362 congedi parentali (su 20.824 dipendenti) di cui 6,2% maschili. La Questura è al vertice con il 62,3% dei congedi chiesti dai padri (anche in ragione del prevalere di dipendenti uomini), seguita da Inps (22,7%), AS Bolzano (21,1%), Comune di Bolzano (10,4%). La Provincia fa registrare una significativa consistenza assoluta dei congedi maschili (40,5% del totale delle aziende pubbliche) anche se la maggiorparte dei congedi restano femminili (solo 4,5% maschili), anche considerato che il 63,3% dei dipendenti provinciali è formato da donne. La ripartizione per gruppo linguistico dei dipendenti pubblici con congedo parentale maschile segnala un 55,6% di padri lingua tedesca, un 40,5% di lingua italiana e un 3,9% di ladini. I laureati o dirigenti sono il 23,8%, i diplomati o tecnici il 32,2%, gli ausiliari o operati 44,1%. Riguardo alla durata del congedo maschile, in Alto Adige solo il 4% ha utilizzato i sei mesi, il 19,4% tra 3 e 6 mesi, il 76,6% un periodo inferiore ai 3 mesi. La media italiana parla di un 70,4% di padri che ha utilizzato meno di un mese. 

Tra le 54 aziende private altoatesine contattate, solo in 21 sono stati utilizzati i congedi parentali  e solo in 10 i congedi maschili. Sul totale di 191 congedi parentali, 35 (quindi il 18,3%) si riferiscono ai padri. La durata è simile a quella del settore pubblico.  
La ricerca è completata con interviste a quindici padri, dieci di lingua italiana, cinque di lingua tedesca, che hanno usufruito del congedo parentale. L’Amministrazione pubblica risulta essere il datore di lavoro più puntuale nell’informazione tempestiva sulle opportunità offerte. Le emozioni vissute dai padri che accudiscono i figli sono del tutto positive.

pf


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