News 2015
Vertice in Provincia sugli scopazzi del melo
C'è molta attenzione in Alto Adige per la progressiva diffusione della fitoplasmosi del melo, nota comunemente con il nome di “scopazzi del melo”. Per aumentare le conoscenze su questa malattia e per contrastarla con apposite misure, l'assessore provinciale all'Agricltura Hans Berger ha promosso oggi (lunedì 6) a Bolzano un vertice con tutte le parti interessate.
Al vertice convocato oggi (lunedì 6) dall'assessore Berger hanno partecipato i rappresentanti della Ripartizione provinciale Agricoltura, dell'Unione contadini/Bauernbund, delle organizzazioni dei produttori, del Centro di consulenza per la fruttiviticoltura e del Centro sperimentale "Laimburg". Gli esperti, presenti anche alcuni tecnici del Trentino, hanno delineato con Berger le possibili strategie per combattere il diffondersi della pericolosa malattia degli scopazzi del melo."Abbiamo raccolto le esperienze dei colleghi del Trentino, che già da circa cinque anni lottano contro gli scopazzi del melo alla ricerca delle misure adeguate per vincere la malattia", spiega l'assessore Berger. Si punta a fare passi avanti anzitutto nel settore della ricerca, perchè se è vero che il metodo di trasmissione degli scopazzi è stato individuato, manca ancora certezza sull'agente patogeno. "Solo dopo questi passi potremo proseguire con misure mirate per combattere la malattia", conferma Berger. Allo scopo si è deciso di intensificare ulteriormente la collaborazione tra l'Istituto agrario di San Michele e il Centro "Laimburg".
È stato chiarito nel vertice che la comparsa della malattia non è imputabile all'impiego mirato, e quindi fortemente ridotto, di fitofarmaci, come qualcuno sostiene. "Pertanto fare passi indietro ai primordi di questo settore non rappresenta una soluzione e porterebbe solo a enormi danni per l'intera frutticoltura", avverte Berger, che sottolinea come i consumatori sul tema siano molto sensibili e attenti.
Si è concordato anche sul fatto che resta nella responsabilità del contadino la salvaguardia delle proprie coltivazioni dal diffondersi degli scopazzi, decidendo di estirpare le piante malate e proteggere in tal modo quelle ancora sane. Solo nei casi di impianti trascurati e con un grado di propagazione degli scopazzi superiore al 20% si procederà all'estirpazione forzata, nell'interesse della collettività e per limitare il rischio di una diffusione più ampia, come specifica Berger. Il vertice si è concluso con la decisione di istituire un gruppo di lavoro per monitorare l'evolversi della situazione e studiare eventuali misure di intervento.
pf