Giornata dell’Autonomia 2014

News 2015

Parere del Comitato Etico Provinciale sull’impiego della RU 486 (la cosiddetta "pillola abortiva“)

Il Comitato Etico Provinciale ha diffuso oggi una nota nella quale esprime il proprio parere riguardo all’impiego della RU 486, nota anche come “pillola abortiva”. Di seguito riportiamo il testo integrale della nota del Comitato Etico.

Un giudizio sull’introduzione in Italia di RU 486 (la cosiddetta “pillola abortiva) può qui essere fatto solo, in via preliminare, in base ai contenuti della legge 194/78. 

Se oggi si può ritenere che, dopo tanti anni, i termini giuridici dell’aborto volontario siano da considerare chiariti, si deve riconoscere che le problematiche etiche che riguardano il conflitto di “valori” (tra la salute della madre e la sopravvivenza del feto) permangono irrisolte.  

Aprire oggi una discussione sull’eticità della c.d. “pillola abortiva” potrebbe essere fuorviante e significherebbe comunque affrontare un falso problema: l’introduzione di un nuovo metodo per realizzare in maniera, come sembra,  meno invasiva ciò che la legge consente da quasi trent’anni non può essere lo spunto per riproporre la conflittualità sui contenuti della legge stessa.  

Ciò premesso, si possono comunque analizzare alcuni spunti di interesse etico legati all’utilizzo della RU 486:

- La legge 194/78 prevede all’art. 5 che, dinanzi ad una richiesta di interruzione di gravidanza, siano posti in atto tutti gli interventi di sostegno possibili per rimuovere le cause che inducono la donna all’aborto. Ciò non corrisponde naturalmente ad un tentativo di dissuasione né – tanto meno – presuppone un giudizio morale da parte del medico.
Questo è naturalmente valido anche nel caso della RU 486; ma dato il minor tempo disponibile per il suo uso, sarà importante garantire l’effettiva consulenza prevista dalla legge e la sua qualità.  

- Sarebbe inaccettabile che il suo impiego fosse ostacolato o impedito solo nel timore che le procedure di interruzione più rapide e facili possano agevolare un approccio “disinvolto” all’aborto da parte della donna. 

- Interrompere la gravidanza è quasi sempre  una decisione sofferta, angosciosa, che procura sofferenze prima, durante e dopo il fatto; è perciò di grande rilievo etico il dovere, da parte degli operatori sanitari, di trattare queste situazioni con considerazione e rispetto.

- Si ravvisa poi l’opportunità di riservare l’utilizzo della RU 486 al solo ambito ospedaliero. Trattandosi di un mezzo per realizzare l’interruzione di gravidanza, è obbligatorio che esso venga somministrato esclusivamente presso i centri autorizzati (art. 4 e 5 Legge 194/1978).
Uno stretto controllo presso farmacie, ambulatori, studi privati, consultori ecc. dovrebbe impedire la possibile diffusione “abusiva” ed illegittima della sostanza e le pericolose conseguenze di un’auto - somministrazione. 

FG


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