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News 2015

Nel carcere di Bolzano corsi formativi e progetti di reinserimento

Circa 2500 ore annuali di attività che coinvolgono buona parte dei detenuti in corsi educativi e formativi, tra cui quelli nel settore alberghiero, elettrico e nella comunicazione con corsi di scrittura creativa: è l'offerta formativa all'interno del carcere di Bolzano proposta in collaborazione con la Provincia e presentata oggi (lunedì 24) a Bolzano. Nuovi sono i corsi di artigianato e la singolare esperienza di un progetto musicale e teatrale.

La presentazione dell'offerta formativa nel carcere di Bolzano: da destra, la direttrice Nuzzacci, la responsabile della Formazione professionale italiana Repetto e i due autori dell'iniziativa musicale-teatrale (Foto USP/Pertl)
A presentare l'offerta formativa 2005-2006 oggi a Palazzo Widmann sono state tra gli altri la direttrice della Formazione professionale italiana Barbara Repetto e la direttrice del carcere di Bolzano, Annamaria Nuzzacci, la quale ha ricordato che la struttura è obsoleta "in quanto risalente a fine Ottocento e non offre possibilità di creare laboratori per assoluta mancanza di spazio." Le opportunità di lavoro al suo interno sono quindi limitatissime sul piano numerico (una quindicina di persone) e si limitano a compiti domestici e di manutenzione ordinaria.
Vista la situazione, l’equipe trattamentale e la Direzione della Casa circondariale hanno ritenuto di privilegiare, nel processo di risocializzazione, le attività culturali, scolastiche e di formazione professionale, che vengono svolte nonostante l’inadeguatezza degli spazi. Vengono così svolte regolarmente attività di educazione permanente, sostenute dall’Assessorato provinciale alla cultura, di recupero dell’obbligo scolastico organizzate dalla Sovrintendenza scolastica, di informatica di base finanziate dal Fondo Sociale Europeo e di formazione professionale.

"Si tratta complessivamente - ha spiegato Barbara Repetto  - di circa 2500 ore annuali di attività che coinvolgono una gran parte dei detenuti che spesso partecipano a più corsi. I frequentanti annualmente sono circa 250." La Formazione professionale, in particolare, ha sviluppato nel carcere progetti di formazione nel settore alberghiero con corsi di commis di cucina (780 ore), in quello elettrico con corsi per ottenere la qualifica professionale di installatore elettrico (620 ore) e nella comunicazione con corsi di scrittura creativa (100 ore). A partire dal prossimo anno si attiveranno anche corsi di artigianato (bigiotteria e lavorazione della pelle). "Siamo convinti come formazione professionale - ha ribadito Repetto - dell’importanza che queste attività rivestano nello sviluppo della personalità del detenuto, nel senso di fornirgli le competenze per potersi adeguare, nel momento del reinserimento, alle esigenze richieste dalla società esterna in rapida evoluzione."
Gli interventi formativi sono indirizzati anche ad individuare le regole su cui si fonda la libera convivenza civile. In questo senso, al di là dei contenuti specifici che le attività propongono, essi costituiscono un laboratorio al rispetto di alcune regole: "La frequenza - spiega Barbara Repetto - richiede infatti l’iscrizione, la continuità, l’impegno personale, la gestione comune di ogni momento di formazione. Ai singoli individui, ai detenuti ristretti nel carcere, va restituita la coscienza di sé sia in quanto cittadini, sia in quanto portatori di competenze, conoscenze e capacità."

In questa direzione la formazione professionale ha appena proposto una nuova esperienza formativa che ha già ottenuto risultati molto interessanti in altre due carceri, Perugia e Orvieto. Si è trattata di una sperimentazione che si punta a far rientrare nelle attività ordinarie definita "Canto Libero": l’azione formativa è stata condotta da Antonio Pappadà, esperto di laboratorio musicale, e Angelo Litti, esperto di laboratorio di strategia della comunicazione e di drammaturgia teatrale. In otto incontri, frequentati da circa 18 detenuti del carcere di Bolzano, questi ultimi hanno elaborato un progetto musicale e teatrale mediante un percorso costruito con i loro docenti. Attraverso la musica, la gestualità e l’elaborazione di testi i detenuti hanno realizzato un prodotto finale, uno spettacolo di alto contenuto artistico ed emotivo, una sorta di suggestivo inno alla libertà, una libertà da ritrovare dopo aver ritrovato se stessi, oltre il muro dell’indifferenza. Tutto il percorso formativo è stato dedicato al ricordo di Pier Paolo Pasolini a 30 anni dalla sua morte, fedele custode della dignità di ogni uomo e donna.

pf


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