Varie | 01.09.2005 | 11:11
L’ass. Gnecchi: “Controllo sull’immigrazione di competenza statale; alla Provincia le politiche di integrazione”
La vicepresidente della Giunta provinciale interviene nel dibattito sollevato in questi giorni a mezzo stampa sul tema dei servizi agli immigrati. “Lo scopo del testo normativo sugli immigrati attualmente allo studio in Provincia è l’inserimento sociale ed economico degli extracomunitari, la cui realizzazione è nell’interesse di tutti: un maggior grado di integrazione sociale riduce infatti la devianza”.
“La materia dell’immigrazione”, spiega la vicepresidente Luisa Gnecchi, “è di competenza statale per quanto riguarda la disciplina dei visti di ingresso, dei permessi di soggiorno, la determinazione delle quote di ingresso – ovvero i “decreti sui flussi” - e le politiche di contrasto dell’immigrazione irregolare. La Provincia autonoma è invece competente per l’attuazione di politiche di sostegno e di integrazione dei cittadini stranieri sul proprio territorio”. Sulla base di questa ripartizione di competenze, prosegue l’assessora, “tutte le Regioni italiane e la Provincia autonoma di Trento dispongono ormai da tempo, in alcuni casi anche da quindici anni, di un’apposita legislazione regionale che regolamenta l’accesso dei cittadini stranieri extra-UE ai servizi pubblici locali, nel rispetto della normativa nazionale e dei trattati internazionali cui l’Italia aderisce. Grazie a tale normativa, il cittadino straniero viene inserito in un sistema di diritti e doveri certi, che ne regolano la presenza sul territorio”.
Per quanto riguarda la Provincia autonoma di Bolzano, “essa ha attualmente allo studio un analogo testo normativo, i cui obiettivi principali sono il riconoscimento delle pari opportunità dei cittadini e delle cittadine stranieri/e rispetto agli autoctoni, il contrasto di tutte le forme di razzismo e di xenofobia, la valorizzazione delle diverse lingue e culture presenti sul territorio provinciale”. La finalità fondamentale che si vuole perseguire con questa legge è l’inserimento sociale ed economico dei cittadini stranieri che vivono nella nostra provincia, in modo da favorire una proficua e pacifica convivenza di tutte le culture presenti sul territorio, e assicurando l’equo contemperamento dei diversi interessi.
“La piena integrazione nel tessuto sociale ed economico", dice l’assessora Gnecchi, "è infatti non soltanto interesse dei cittadini e delle cittadine stranieri immigrati, ma anche e soprattutto della società che li accoglie, in quanto è noto che la persona inserita offre maggiori garanzie di stabilità e di affidabilità ed ha molte meno probabilità di cadere nella devianza. Si tratta quindi di affrontare l’inclusione sociale con equilibrio e disponibilità, sapendo che è stata l’economia di questo territorio che ha sollecitato l’arrivo di lavoratrici e lavoratori”. A questo proposito, l’assessora provinciale al Lavoro ricorda che “abbiamo famiglie intere che si rivolgono alla Ripartizione Lavoro, ai singoli funzionari, ma anche agli assessori chiedendo con insistenza di avere un permesso di lavoro per una persona che possa assistere un proprio anziano non autosufficiente. Ogni giorno ci confrontiamo con questi problemi, che non possono in nessun caso essere banalizzati in uno scontro pro o contro l’immigrazione. Ogni fenomeno sociale va monitorato, osservato e gestito, questo è il nostro compito istituzionale”.
Secondo Luisa Gnecchi non si tratta, quindi, di “dare un giro di vite all’immigrazione”, cosa che in ogni caso la Provincia autonoma, non competente per il contrasto dell’immigrazione illegale, non potrebbe fare; ancor meno si tratta di impedire l’ingresso e il soggiorno nel territorio provinciale a quanti non hanno un lavoro, che è compito dello Stato su tutto il territorio nazionale, ma piuttosto di “fornire un quadro normativo che definisca con chiarezza un sistema di regole per la convivenza, a vantaggio di tutti coloro che vivono e lavorano nella nostra provincia”.
MC