Giornata dell’Autonomia 2014

News 2015

Gnecchi e Kasslatter-Mur incontrano le rappresentati di KVW e delle casalinghe

“È importante che le donne si rendano conto della necessità di tutelare la loro vecchiaia: in questo senso, il lavoro nero è una piaga che va eliminata”: così le assessore al Lavoro ed alla Famiglia incontrando oggi a Bolzano le rappresentanti femminili. Secondo un questionario elaborato da queste associazioni, infatti, sono molte le donne che lasciano il lavoro per occuparsi della famiglia, e che trovano poi occupazioni saltuarie in nero.

Le assessore Kasslatter-Mur e Gnecchi con le rappresentanti femminili
 

Il fenomeno del lavoro nero femminile sembra in crescita nelle valli altoatesine. Sono molte infatti le donne che lasciano un lavoro regolare per occuparsi della famiglia, e che poi, per guadagnare qualcosa in maniera flessibile, si adeguano a svolgere mansioni in nero. È quanto emerge da un’indagine svolta da KVW-Katholischer Verband der Werktätigen (le ACLI tedesche), Berufsgemeinschaft der Hausfrauen (Comunità professionale delle casalinghe) e Katholischer Jugendverband Südtirol (Unione dei giovani cattolici sudtirolesi) su un campione di 1.500 donne altoatesine di lingua tedesca di varie fasce d’età. I risultati della ricerca sono stati presentati alle assessore Luisa Gnecchi e Sabina Kasslatter-Mur nel corso di un incontro ospitato nella sede della Ripartizione Lavoro a Bolzano.

In rappresentanza delle associazioni femminili c’erano Helga Mutschlechner Holzer (KVW Vipiteno) e Maria Rainer Federspiel (BG Hausfrauen), le quali hanno evidenziato come siano molte le donne che ritengono di non poter scegliere se mantenere il posto di lavoro o dedicarsi ai familiari: per loro l’opzione ricade quasi obbligatoriamente sulla famiglia. Una volta a casa, un gran numero di esse decide di svolgere comunque qualche attività, scegliendo il mercato nero in quanto più flessibile rispetto a quello legalmente riconosciuto. Questo accade soprattutto nelle valli.

Scegliere il lavoro nero”, hanno commentato le assessore, “può sembrare conveniente, ma in realtà si rivela un’arma a doppio taglio, in quanto non garantisce alcuna tutela futura: chi lavora in nero non avrà una pensione”. “Le donne hanno a disposizione oggi molti strumenti per mettersi al riparo”, ha proseguito l’assessora Gnecchi: “è importante che si informino sulle diverse possibilità di pensione integrativa o volontaria. Per favorire il flusso informativo è stato fatto molto, tuttavia la ricerca dimostra che è necessario trovare degli strumenti per aumentare  la presa di coscienza e la consapevolezza di queste donne”. A questo proposito è da sottolineare che l’Ufficio provinciale Previdenza è a disposizione per dare informazioni, anche tramite il numero verde 800-018796.

A chiusura dell’incontro, le rappresentanti delle donne hanno anche affrontato il tema del Pacchetto famiglia. Nonostante alcune perplessità, tutte concordano sul fato che siano stati fatti passi avanti a sostegno dei gruppi familiari. Le assessore hanno quindi garantito che saranno fatte delle verifiche sull’applicazione del Pacchetto, in modo tale da osservare in corso d’opera la reale efficacia delle misure, ed eventualmente apportare correttivi o integrazioni anche a livello provinciale.

 

MC


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