News 2015
Convegno sulla "tratta delle donne"
Anche in Alto Adige sono molto numerose le donne straniere costrette alla prostituzione. Il convegno sulla "Tratta delle donne", ospitato oggi a Palazzo Widmann alla presenza dell'ass. Gnecchi, ha fatto luce sulla situazione ed evidenziato le soluzioni possibili. La più efficace: sensibilizzare i clienti delle prostitute affinché abbandonino questo squallido mercato. "È importante", ha testimoniato il Procuratore della Repubblica Cuno Tarfusser, "creare sinergie tra gli enti che si occupano del problema".
“Anche un convegno come questo è importante nell'ambito della lotta allo sfruttamento della prostituzione. La sinergia fra i diversi soggetti coinvolti nel problema - magistratura, forze dell'ordine, enti pubblici, servizi sociali - è fondamentale": così il procuratore della Repubblica Cuno Tarfusser ha concluso il suo intervento al convegno sulla "Tratta delle donne in Alto Adige", ospitato questa mattina a Palazzo Widmann, Bolzano. L'iniziativa, organizzata dal Comitato provinciale Pari Opportunità - Servizio Donna, ha voluto, secondo le parole della presidentessa del Comitato Julia Unterberger, "fare luce su un problema che esiste in modo drammatico anche nella nostra provincia. Il commercio di donne, infatti, risulta più remunerativo e meno pericoloso di quello di armi e droga".
Presente tra i relatori, il procuratore Tarfusser ha portato una testimonianza concreta sul tema, raccontando la storia di una donna portata con l'inganno in Alto Adige, e qui indotta a vendersi: "Ma noi", ha aggiunto, "non stiamo con le mani in mano, e cerchiamo di collaborare con tutte le Procure e le Direzioni distrettuali antimafia dei territori di confine". Tuttavia, per far cessare questo vergognoso commercio non bastano i mezzi a disposizione delle forze dell'ordine. È necessario rivolgersi ai clienti delle prostitute per sensibilizzarli sulla situazione di queste donne, di cui loro sono corresponsabili.
Secondo l’assessora competente Luisa Gnecchi, “questo è un problema che si è sempre cercato di nascondere, ma è più reale che mai: sono molte anche in Alto Adige le donne straniere che, giunte con il miraggio di un lavoro, non trovano che la strada”. Per aiutare le vittime a ribellarsi al proprio triste destino ci sono anche i fondi del Fondo Sociale Europeo, utilizzati in generale per il ricollocamento professionale. “Inoltre, anche il testo unico sull’immigrazione garantisce, all’art. 18, un permesso di soggiorno speciale per le straniere che si trovano in queste condizioni”, ha aggiunto la vicepresidentessa della Provincia.
Dal canto suo, Lucia Castellani, commissario della Polizia mobile di Bolzano, ha evidenziato come a livello nazionale la maggioranza delle prostitute venga dai Paesi dell'Est: "È vero che ormai la maggior parte di queste ragazze non può non sapere a cosa va incontro quando accetta di partire, ma è anche vero che molte fuggono da una situazione di estrema povertà con la speranza di potersi comunque riscattare e trovare un vero lavoro". Drammatica la testimonianza della Sostituta Procuratrice Donatella Marchesini, che ha raccontato che molto spesso "queste donne sono giovanissime, e vengono sottoposte con la forza ad una sorta di addestramento sessuale prima di essere messe letteralmente sul mercato".
Secondo le Nazioni Unite, in Europa vengono trasportate ed indotte alla prostituzione ben 500.000 donne all’anno. La campagna del Comitato provinciale Pari opportunità, che ha diffuso su tutto il territorio altoatesino manifesti, locandine e cartoline che invitano i clienti delle prostitute a rendersi conto della propria corresponsabilità, vuole dare un contributo al riscatto delle donne che sono vittime di questa situazione.
MC