Giornata dell’Autonomia 2014

News 2015

Assistenza, servono soluzioni per la mancanza di personale.

Mentre cresce la domanda di collaboratrici domestiche e di assistenti domiciliari, problema a cui la forza lavoro locale non é in grado di far fronte, si devono fare i conti con il contingente di possibili collaboratori stranieri fissato dallo Stato, decisamente troppo ridotto rispetto ai bisogni. Sono oltre 200 le famiglie altoatesine che quest´anno hanno fatto domanda per un permesso di lavoro relativo a personale di Paesi non appartenenti all´UE, Ma solo 80 posti hanno potuto venir coperti. Per venire incontro alla forte mancanza di personale nel settore, la Ripartizione provinciale Lavoro e l´ assessora Luisa Gnecchi cercano nuove soluzioni.

Va salendo da anni, come documentano i dati dell´assessorato al Lavoro, la domanda di collaboratrici domestiche/assistenti domiciliari. La forza lavoro locale non é in grado di far fronte alle tante esigenze; da qui il ricorso sempre piú massiccio a collaboratrici/ori provenienti da Paesi stranieri, in particolare non appartenenti all´UE. Il contingente di posti di lavoro per stranieri stabilito dal Governo non basta peró a coprire l´enorme fabbisogno del settore.

Su oltre 200 domande di permesso di lavoro presentate quest´anno, il Servizio di collocamento al lavoro della Provincia a potuto coprire solo 80 posti. E anche questo solo grazie a un contingente aggiuntivo  di lavoratrici provenienti dai Paesi che hanno aderito di recente all´UE. Tutte le altre domande hanno dovuto venir respinte.

Per far fronte al problema servono modelli innovativi. L´assessora al Lavoro Luisa Gnecchi e i collaboratori dell´assessorato sono attualmente al lavoro per cercare di elaborare soluzioni praticabili. Una potrebbe essere ad esempio un adattamento del modello, giá sperimentato nel settore dell´assistenza all´infanzia, delle "Tagesmütter" al settore degli adulti bisognosi di assistenza. Risulta peraltro chiaro che tutti i modelli possibili devono da un lato sgravare la mano pubblica, dall´altro garantire un´assistenza domiciliare continuativa e professionale.

Si nota oltretutto anche una certa "tendenza migratoria" delle persone attive nel campo dell´assistenza domiciliare verso altri settori. Non é cosa di cui meravigliarsi, afferma l´assessora Gnecchi, se si tiene presente il peso psichico e fisico che le assistenti, spesso donne straniere senza una formazione specifica che lavorano per di piú senza limiti di tempo, devono sopportare.  Altri settori lavorativi offrirebbero al contrario, oltre ad un orario di lavoro decente, anche un salario piú alto.

A sostenere le affermazioni dell´assessora vi sono anche i dati del Servizio per il collocamento al lavoro: quasi il 40% delle circa 850 lavoratrici domestiche il cui rapporto di lavoro in Alto Adige é stato legalizzato nella sanatoria del 2002, nell´anno seguente risultano aver cambiato lavoro o non lavorare piú in Alto Adige.

em


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