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Il nuovo piano provinciale dimezza il numero di cave e torbiere

Il nuovo piano provinciale delle cave e delle torbiere stabilisce e programma l'attività estrattiva per i prossimi 10 anni. In questo periodo è prevista una forte riduzione di cave e torbiere sul territorio altoatesino. Dal punto di vista numerico si passerà dalle attuali 146 a 76.

L'imponente cava di diorite di Campodazzo
2,6 milioni di tonnellate di materiale. A tanto ammonta la "portata" delle 146 cave e torbiere sparse su tutto il territorio altoatesino, una quantità che rispecchia il fabbisogno totale della nostra provincia. Nel nuovo piano provinciale, presentato questa mattina a Campodazzo, presso l'unica cava di diorite dell'Alto Adige, dall'assessore all'economia Werner Frick, dalla direttrice dell'ufficio aree produttive Manuela Defant, e da Georg Pasquali, è prevista una decisa riduzione del numero di zone estrattive, che diventeranno 76 entro 10 anni. In circa metà delle cave, infatti, la coltivazione è molto limitata, e l'autorizzazione non verrà dunque prorogata. Proprio nell'ultima riunione di ieri, la giunta provinciale ha approvato il piano di settore.

Nonostante questa riduzione, e la conseguente concentrazione dell'attività, il fabbisogno locale troverà comunque la necessaria copertura grazie ad una maggiore utilizzazione di cave e torbiere nelle quali si continuerà a lavorare. I dati relativi al termine dello scorso anno parlano di 2.645.000 tonnellate di materiale estratto. La parte del leone la fanno sabbia e ghiaia, con 1.800.000 tonnellate, seguite dalle cave (770.000 tonnellate) e dalle torbiere (75.000 tonnellate).

"Il settore - ha dichiarato l'assessore Frick - riveste un ruolo importante nell'economia altoatesina, ma sconta i problemi derivanti dall'inquinamento acustico nell'attività estrattiva, e quelli relativi ai trasporti. Con il nuovo piano vogliamo porre rimedio a questa situazione, senza perdere comunque di vista la necessità di coprire il fabbisogno locale. In linea generale l'obiettivo è quello di trovare il giusto equilibrio tra domanda e offerta". Altro argomento sempre di stretta attualità è quello relativo all'ambiente: "Il nuovo piano - continua Frick - punta ad un esercizio dell'attività estrattiva nel massimo rispetto della componente ambientale e del territorio, indicando la strada per uno sviluppo efficacemente programmato".

Esempio concreto del nuovo concetto che costituisce la base operativa del piano decennale di settore, è rappresentato dalla cava di Maso Sossai/Val di Riga, nei pressi di Varna. L'area verrà ampliata, passando da 6 a 23 ettari, e verrà utilizzata come deposito dei materiali inerti provenienti dagli scavi che, nei prossimi anni, verranno effettuati per realizzare il tunnel di base del Brennero.

A conferma dello spirito ambientalista che pervade il nuovo piano provinciale delle cave e torbiere, la decisione di non concedere autorizzazioni per l'estrazione in zone e giacimenti non comprese nel piano stesso. Al di fuori del piano potranno essere coltivate unicamente cave di inerti fino ad un volume massimo di 25.000 metri cubi, e cave di pietra sino a 3.000 metri cubi. Inoltre, al termine dei lavori di estrazione, che dovranno rispettare severe disposizione in materia ambientale e paesaggistica, le aree coltivate dovranno essere riportate alla loro destinazione d'uso originaria, con l'esercente che dovrà provvedere a rinverdire o rimboschire la zona di scavo esaurita.

mb

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