News 2015
Orari flessibili e servizi: le richieste delle neo-mamme per rientrare al lavoro
È quanto emerge dalla ricerca promossa dall'Assessorato provinciale al Lavoro e realizzata dall'IPL. L'indagine svolta tramite interviste ad oltre 400 donne che si sono dimesse nel 2002, in seguito alla nascita di un figlio, rivela che, spesso, c'è la volontà di rientrare al lavoro, ma è ostacolata da condizioni professionali, lontananza dall'azienda, poca flessibilità dei servizi.
Orari, tempi dei trasferimenti casa-asilo-lavoro, disponibilità e flessibilità dei servizi: ecco le tre parole chiave per prevenire l’abbandono del posto di lavoro da parte delle neo-mamme. Esigenze che emergono dalla ricerca “Maternità e lavoro”, presentata questa mattina a Palazzo Widmann, Bolzano. Realizzato da Silvia Vogliotti ed Erika Pighin dell’Istituto per la Promozione dei Lavoratori – IPL, lo studio è stato promosso dalla stessa assessora al Lavoro, sulla base anche delle precedenti esperienze come Consigliera di parità. Esso è stato compiuto tramite l’invio a 400 donne, dimessesi nel 2002 entro il primo anno di vita del figlio, di un questionario con domande relative alle motivazioni dell’abbandono.
Più dell’80% delle interpellate ha aderito all’inchiesta, percentuale molto rara in caso di interviste tramite posta. Con percentuale più alta (87%), le intervistate si sono dichiarate disponibili a rientrare al lavoro: perché, allora, hanno lasciato la precedente occupazione? La risposta sta soprattutto nelle difficoltà di cura dell’ultimo nato (circa 53% delle risposte), ed in secondo luogo nelle difficoltà nel lavoro. L’impossibilità di ridurre l’orario di lavoro è il problema più sentito (44,7%), ed anche le difficoltà di mobilità fra casa ed azienda diventano molto rilevanti (abbastanza o molto importanti per più del 90% delle donne intervistate) dopo la nascita del bambino.
Dallo studio emerge in ogni caso che il desiderio di lavorare rimane, nelle neo-mamme, tanto che il 20,8% è già ritornata in attività, dopo aver trovato un’occupazione più adatta alle nuove esigenze. Il rientro al lavoro è considerato importante soprattutto per motivi economici: garantirsi un reddito, ed anche una pensione. Determinanti, comunque, per il rientro, sono la professionalità, flessibilità e vicinanza dei servizi.
Secondo l’assessora al Lavoro, gli esiti della ricerca saranno determinanti per chi, nella prossima legislatura, si troverà ad affrontare il problema: i dati emersi dovranno essere presi in considerazione per intervenire sia nel campo dei servizi che in quello dell’incentivazione della permanenza al lavoro. Questo soprattutto in un’ottica di previdenza sociale, e di garanzie pensionistiche per le donne. Le basi legislative per intervenire ci sono, e stanno nell’art. 6 dello Statuto di autonomia, che consente l’intervento della Provincia in materia di previdenza complementare, e nella legge 53/2000 sui congedi parentali, che prevede anche il finanziamento di progetti di flessibilità di orario.
MC