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Mostra virtuale “SvoltaTempi” sul catalogo online dei Beni culturali

Il periodo tra il 1900 e il 1920 fu caratterizzato da importanti innovazioni che cambiarono il modo di vivere delle persone. La mostra virtuale “SvoltaTempi”, visitabile sul catalogo online Beni culturali in Alto Adige dalla pagina www.musei-altoadige.it, racconta tali mutamenti attraverso 20 oggetti della collezione del Museo di cultura popolare di Egna.

Un telefono a manovella

Il nostro sguardo sugli anni 1900-1920 è spesso assorbito dalla "catastrofe originaria del XX secolo", come lo storico americano George F. Kennan definì la Prima Guerra Mondiale.

Ma la cosiddetta "svolta di secolo" portò con sé diverse importanti novità, che cambiarono in modo radicale la vita delle persone e la società. Proprio di queste innovazioni, che rimangono di frequente nell'ombra, si occupa la mostra virtuale "SvoltaTempi", da poco visitabile sul catalogo online dei Beni culturali in Alto Adige accedendo dal portale musei http://www.musei-altoadige.it/.

Con 170.000 inserimenti di decine di istituzioni culturali della provincia di Bolzano, tutti corredati di minuziosa descrizione, il catalogo online dei Beni culturali in Alto Adige offre a tutti una panoramica dei tesori custoditi in musei e non solo del territorio altoatesino, insieme alla storia che li accompagna.

Attingendoli a tale ampia banca dati online la mostra presenta 20 oggetti dalla collezione del Museo di cultura popolare di Egna, suddividendoli in dieci temi: industria, società, mobilità, comunicazione, consumo, passatempo, innovazione, rifornimento, formazione e design. Gli oggetti proposti testimoniano dei sostanziali mutamenti prodottisi tra il 1900 e il 1920 in questi settori.

Vi troviamo così innovazioni tecnologiche come una macchina da cucire portatile, un telefono a manovella, un ferro da stiro e una lampada a stelo elettrici.

Ma anche una confezione di "caffè di fichi", surrogato popolare che si diffuse nel territorio dell'Impero austroungarico, in particolare durante la Grande Guerra, una pagella della Scuola per il commercio di Bolzano, a testimonianza del progressivo diffondersi dell'istruzione, un grosso baule da viaggio - il periodo tra il 1900 e il conflitto bellico segnò il primo forte sviluppo turistico del Tirolo meridionale - e addirittura una lunga gonna da tennis datata 1900 dal lascito della baronessa Widmann di Cortaccia, che dimostra il diffondersi, inizialmente degli strati più elevati della popolazione, di un nuovo ideale di donna sportiva e attiva nello studio e nel lavoro.

"All'inizio del ventesimo secolo l'Alto Adige è messo a confronto con la modernità," spiega Christian Terzer, che ha curato la mostra sotto la supervisione della coordinatrice di Beni culturali in Alto Adige Gertrud Gasser della Ripartizione provinciale Musei, "arriva la luce elettrica, mobilità e comunicazione raggiungono nuove dimensioni.

Nasce una società dei consumi. Oggetti della vita quotidiana diventano oggetti d'arte. Le persone iniziano a praticare sport. Arrivano gli stranieri, che portano cose nuove. Si aspira all'istruzione. Le donne combattono per una nuova coscienza del proprio ruolo. La società sta cambiando, anche negli ambienti rurali," conclude.

Parallelamente alla mostra virtuale, anche in alcuni musei dell'Alto Adige alcune mostre temporanee approfondiscono il periodo di inizio ‘900, questa volta con particolare attenzione alla Prima Guerra Mondiale. Al Museum Ladin Ćiastel de Tor a San Martino in Badia ripartirà il 26 dicembre, con la riapertura stagionale, "1914-1918. Oltre ogni confine.

I ladini raccontano la loro storia", sul confine nei suoi vari aspetti nelle valli ladine prima e dopo il conflitto. Al Touriseum di Merano nei fine settimana "lunghi" (venerdì-domenica) di dicembre è ancora aperta la mostra su "Turismo & guerra", due fenomeni apparentemente inconciliabili ma in realtà profondamente legati tra loro. Infine, il Museo Mercantile di Bolzano propone fino al 9 gennaio 2016 "La guerra sui muri", ovvero manifesti italiani e austriaci del periodo 1914-1920 provenienti dalla collezione di Erik Eybl e il loro utilizzo nella propaganda.

Info Beni culturali dell'Alto Adige: Ripartizione Musei della Provincia di Bolzano, Gertrud Gasser, tel. 0471 416843, gertrud.gasser@provincia.bz.it

FG

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