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Storia, cultura e produzione: convegno sui frutteti a Bressanone

140 esperti provenienti non solo dall'Alto Adige, ma anche dal resto d'Italia, da Austria, Germania, Belgio e Gran Bretagna, si sono dati appuntamento a Bressanone per discutere di frutticoltura, e in maniera particolare dei suoi legami con la natura e la cultura. Il convegno è stato inaugurato questa mattina (30 ottobre) dall'assessore Arnold Schuler.

Tutelare la biodiversità: l'assessore all'agricoltura Arnold Schuler durante il suo intervento al convegno sui frutteti a Bressanone

Ai frutteti come luoghi di produzione, oggetti simbolici e monumenti culturali, e in particolare al "Pomarium" di Bressanone nel contesto storico dell'arte dei giardini, è dedicato il convegno organizzato presso l'Accademia Cusano di Bressanone dalla Ripartizione provinciale beni culturali in collaborazione con l'Istituto per l'architettura del paesaggio del Politecnico di Dresda e il "Küchengarten-Netzwerk". L'occasione per lo svolgimento del convegno è la nuova destinazione attribuita dal Comune di Bressanone al Pomarium come luogo ricreativo di particolare interesse storico. Citato in documenti risalenti già al 1268, il Pomarium della residenza vescovile di Bressanone si è conservato fino ad oggi come un frutteto dalla lunga storia, tuttora coltivato nelle stesse forme.

Nel suo intervento, l'assessore all'agricoltura Arnold Schuler ha sottolineato che "è fondamentale salvaguardare la bio-diversità anche per quanto riguarda i frutteti". Schuler ha inoltre portato l'esempio del Centro di sperimentazione Laimburg, dove sono conservate 120 diverse specie di melo, "e dove è in corso un progetto - ha proseguito l'assessore - che prevede analisi di ogni tipo, anche di tipo molecolare, su qualcosa come 540 diverse specie". In rappresentanza dell'assessore ai beni culturali Florian Mussner, ha partecipato al convegno il direttore di Dipartimento Valentino Pagani, il quale ha lodato "il lavoro di ricerca svolto dagli uffici provinciali per analizzare la storia dei frutteti altoatesini. Si tratta di una parte integrante del nostro patrimonio culturale", ha aggiunto Pagani.

Durante il convegno si sono poi susseguiti gli interventi dei relatori che hanno analizzato il ruolo storico e l'aspetto del frutteto, nonchè le pratiche di coltivazione e la rivitalizzazione dei frutteti storici. Sono stati inoltre trattati esempi di altri Paesi europei, nonché la storia della frutticoltura in Italia e la sua importanza per il paesaggio dell'Alto Adige. In programma anche una serie di assaggi delle più importanti qualità culinarie della frutta altoatesina, oltre ad una visita guidata all'Abbazia di Novacella e ai suoi giardini.

mb

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