Giornata dell’Autonomia 2014

News 2015

Accoglienza di richiedenti asilo e profughi

L’assessora provinciale alla sanità ed alle politiche sociali, Martha Stocker, ha diramato oggi una nota nella quale chiarisce alcuni aspetti riguardanti l’accoglienza di richiedenti asilo e di profughi.

In generale si parla di profughi, ma a questo proposito il Dipartimento al sociale sottolinea che si deve distinguere sotto il profilo tecnico tra persone che hanno presentato domanda per ottenere tutela internazionale, anche denominati "richiedenti asilo", coloro che si trovano in viaggio e non hanno quasi mai l'intenzione di presentare questa domanda in Italia ed infine le persone la cui richiesta è stata esaminata ed accolta da un'apposita commissione e quindi dispongono dello status di profugo.

Nella nota si sottolinea che il riconoscimento dello status di profughi, di norma, avviene più o meno dopo un anno. Solamente coloro che hanno ricevuto questo riconoscimento possono essere considerati profughi nel senso stretto del termine e quindi essere posti più o meno sullo stesso piano dei cittadini dello Stato che li ha accolti.

La commissione può assegnare loro anche altri documenti come, ad esempio, il permesso di soggiorno per motivi umanitari.

In tutta Italia sono state aperte strutture per l'accoglienza di persone che hanno fatto domanda di asilo e sono fuggite dai Paesi di provenienza a causa di guerre, persecuzioni o torture. Queste persone che arrivano sulle coste italiane vengono assegnate all'Alto Adige dallo Stato sulla base di una normativa che tiene conto fondamentalmente del rapporto tra la popolazione nazionale e quella residente nelle singole regioni.

Una volta giunti in Alto Adige i profughi vengono sistemati nelle strutture appositamente create in tutto il territorio provinciale. Ogni Comprensorio deve quindi percentualmente fare la propria parte per mettere a disposizione di queste persone delle strutture adeguate.

Chi gestisce queste strutture deve avere precisi requisiti ed avere maturato un aspecifica esperienza in questo settore. Non è infatti sufficiente provvedere al loro vitto ed alloggio, ma è anche necessario accompagnarli nel loro processo di integrazione; devono essere organizzati corsi di alfabetizzazione, di lingue e praticantati.

Questo tipo di attività in Alto Adige viene svolta, in maniera ottimale, dalla Caritas e da Volontarius le quali ricevono un contributo massimo di 28 euro al giorno per persona. Un aiuto è richiesto in particolare quando queste persone devono lasciare le strutture perché nel frattempo hanno ricevuto lo status di profugo o per ragioni umanitarie.

"Alcune persone hanno chiesto informazioni su chi contattare per dare aiuto a coloro che sono in possesso di un permesso di soggiorno e devono quindi lasciare le strutture di accoglienza; per fornire loro aiuto nella ricerca di un alloggio o di un lavoro e taluni si sono anche dichiarati disposti a fornire loro gratuitamente una sistemazione" afferma l'assessora Stocker.

Da parte del Dipartimento competente si sottolinea che per offrire questo sostegno senza una rete di sostegno sociale è opportuno rivolgersi alla Caritas o a Volontarius perché vi è urgenza di reperire questo tipo di aiuto. Non è invece previsto in questi casi, prosegue il Dipartimento, un contributo statale anche se circolano voci in proposito. Aiutando queste persone si compie un atto di umanità e nel contempo si fornisce un aiuto alla società consentendo loro di inserirsi più rapidamente nel tessuto sociale.

 

 

 

FG


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