Giornata dell’Autonomia 2014

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L'assessora Stocker al Centro profughi dell’ex caserma Gorio di Bolzano

Nei giorni scorsi l’assessora Stocker ha effettuato un sopralluogo al Centro profughi ospitato a Bolzano nell’ex caserma Gorio, in via Macello. Nel corso della visita ha dichiarato “Sebbene la competenza in questa materia sia dello Stato, l’Alto Adige non può tirarsi indietro se vi sono persone in difficoltà”.

L'assessora Stocker con i responsabili di Volontarius presso il Centro profughi "Gorio" di Bolzano

Recentemente l'assessora provinciale alla sanità ed alle poetiche sociali, Martha Stocker, ha effettuato un sopralluogo assieme al direttore della Ripartizione politiche sociali, Luca Critelli, al Centro profughi di Bolzano, ospitato nell'ex caserma Gorio, in via Macello  ai Piani di Bolzano.

Si tratta di un immobile di proprietà della Provincia che da anni viene utilizzato per l'accoglienza dei profughi e la cui gestione è affidata all'Associazione Volontarius. Unitamente alle strutture per l'accoglienza di secondo livello, Casa Arnika a Merano e la Casa del lavoratore ad Aslago, gestite dalla Caritas, la struttura del Gorio costituisce il sistema di accoglienza per i richiedenti asilo in Alto Adige.

In seguito alla crisi umanitaria verificatasi nel Nord Africa tra il 2010 ed il 2012, così come per l'aumento del flusso di profughi registrato dall'inizio del 2014, negli ultimi mesi si è più volte verificata la necessità di aumentare la capacità accoglienza del Gorio utilizzando ulteriori strutture dell'ex caserma. La struttura serve sia come centro di prima accoglienza nei primi giorni e settimane dopo l'arrivo dei profughi assegnati all'Alto Adige o per coloro che chiedono asilo, così come per la seconda accoglienza  di coloro che rientrano nell'apposito programma e che quindi possono rimanere nella struttura sino a 18 mesi. Complessivamente il Centro dispone di 180 posti letto.

All'Alto Adige viene assegnato dallo Stato circa lo 0,8% dei profughi giunti in Italia. In particolare negli ultimi mesi molti dei profughi giunti in Alto Adige lasciano la struttura dopo pochi giorni di permanenza. Per questa ragione, soprattutto nella fase di prima accoglienza, vi è un costante ricambio delle persone ospitate nella struttura. La situazione in questo settore rimane però, a causa del gran numero di profughi, particolarmente precaria.

I collaboratori dell'Associazione Volontarius hanno riferito all'assessora Stocker nel corso della visita che i profughi provengono soprattutto da Pakistan, Iran, Iraq, Nigeria, Bangladesh, Siria ed Eritrea. Molti di loro restano molto poco nella struttura e cercano quindi di proseguire il loro viaggio per raggiungere altri Paesi dell'Unione Europea.

Nel Centro i profughi ricevono anche un'assistenza medica e, laddove necessario, anche di carattere specialistico e psicologico, grazie a medici che svolgono la loro attività in maniera volontaria.

Una delle principali attività del Centro riguarda l'organizzazione di corsi di lingua e l'impegno per l'inserimento e l'occupazione degli ospiti, dato che nel periodo iniziale essi sono sprovvisti del permesso di lavoro.

In questo ambito si cerca di trovare loro qualche tipo di occupazione, anche grazie all'impegno delle parrocchie, ma è difficile impiegarli anche in attività di pubblica utilità poiché a causa del loro status di profughi non dispongono di una copertura assicurativa contro gli incidenti.

"La politica relativa ai profughi e la loro sistemazione sono di competenza dello Stato" ha sottolineato l'assessora Stocker nel corso della visita "ciononostante non possiamo sottrarci a questa responsabilità. Se delle persone giungono in Alto Adige solo per un periodo limitato, per alcuni mesi o per sempre, perché nella loro terra d'origine sono perseguitate e quindi hanno diritto d'asilo, non passiamo comportarci come se il loro destino non ci riguardasse".

 

 

FG

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