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Presentata cooperazione del Museo archeologico per il recupero di reperti rinvenuti in montagna

Il Museo Archeologico dell’Alto Adige ha presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa, insieme con l’Ufficio Beni archeologici della provincia di Bolzano, il Club Alpino Italiano (CAI) e l’Alpenverein Südtirol (AVS), una cooperazione nell’ambito della mostra temporanea “FROZEN STORIES – Reperti e storie dai ghiacciai alpini”.

Da sin.: Gottfried Leitgeb, Giuseppe Broggi, Catrin Marzoli, Florian Troger, Angelika Fleckinger

"Quando si tratta del ritrovamento di reperti nei ghiacciai, l'archeologia si affida all'aiuto di persone che trascorrono il proprio tempo libero in alta montagna, o vi si trovano per motivi professionali. Solo se si da comunicazione dei rinvenimenti è possibile recuperarli correttamente, analizzarli, conservarli e infine renderli accessibili alla collettività nei musei", dichiara Florian Mussner, assessore provinciale ai Musei.

Con un appello comune (si veda l'allegato), le quattro istituzioni e associazioni intendono richiamare l'attenzione di alpiniste e alpinisti, guide alpine e gestori e gestrici di rifugi sulla possibilità di trovare sui propri percorsi e sentieri degli oggetti archeologici.

A questo proposito, l'appello contiene indicazioni pratiche sul comportamento da tenere qualora ci si imbatta in un reperto, nonché un elenco di indirizzi ai quali lo scopritore o la scopritrice dell'oggetto debbono rivolgersi. L'appello sarà affisso nei rifugi situati nelle vicinanze di ghiacciai, insieme a informazioni su determinati oggetti archeologici scoperti nella zona.

Angelika Fleckinger, direttrice del Museo Archeologico dell'Alto Adige, commenta così la cooperazione: "I ghiacciai hanno conservato reperti archeologici per secoli, a volte anche per millenni. I ritrovamenti testimoniano dell'utilizzo già in tempi antichi dell'alta montagna come territorio di caccia o di pascolo per greggi di animali o documentano vie di comunicazione da lungo tempo dimenticate.

Non raramente il destino di alcune singole persone - ad esempio il ritrovamento del ghiacciaio del Colle del Teodulo (CH), la donna del ghiacciaio Porchabella (CH), i ritrovamenti dello Schnidejoch (CH) e non ultimo l'Uomo venuto dal ghiaccio - diviene un caso fortunato per la scienza, in grado di aprire una finestra unica su un tempo da lungo tempo trascorso. La campagna avviata dal museo intende sensibilizzare su questo tema, in quanto alpinisti e alpiniste si imbattono normalmente in simili resti."

Catrin Marzoli, direttrice dell'Ufficio Beni culturali, sottolinea qual è il comportamento corretto in caso di ritrovamento : "Il rinvenimento di reperti archeologici soggiace all'obbligo di denuncia. Un oggetto sottratto al contesto del ritrovamento perde il proprio valore maggiore, cioè quello di fonte storica del nostro passato." Marzoli si appella perciò a potenziali scopritori e scopritrici: "Vi preghiamo di contribuire alla conservazione della nostra eredità così significativa dal punto di vista storico."

La mostra temporanea del Museo Archeologico dell'Alto Adige "FROZEN STORIES - Reperti e storie dai ghiacciai alpini" illustra l'aspetto archeologico del surriscaldamento climatico: negli anni passati, i ghiacciai in via di scioglimento hanno liberato - e liberano ancora - reperti archeologici sempre nuovi, risalenti all'età moderna ma anche ad altre epoche.

Reperti vegetali e animali forniscono dati climatici e informazioni sull'utilizzo del territorio, lasciti umani invece ci offrono solide indicazioni su cosa muovesse l'uomo a recarsi in alta montagna. Il ghiaccio costituisce così un archivio temporale ideale, che veicola importanti informazioni su usi, oggetti e storie dei nostri antenati. Contrariamente ad altri ambienti, sotto zero si conservano anche i reperti organici che in condizioni "normali" si sarebbero dissolti già da tempo.

L'Uomo venuto dal ghiaccio costituisce solo il più celebre esempio a questo proposito. Per esempio, in FROZEN STORIES è possibile ammirare ghette di lana, un paracadute, equipaggiamento da montagna, armi e molti altri oggetti d'uso che in seguito allo scioglimento dei ghiacciai alpini negli anni passati sono riaffiorati. La presa di contatto delle loro scopritrici e dei loro scopritori con le competenti istituzioni ha permesso di rendere accessibili al pubblico tali oggetti, che rappresentano un grande arricchimento per la ricerca storica.

Hanno preso parte alla conferenza stampa, oltre all'assessore Florian Mussner, Valentino Pagani, direttore di Dipartimento, Karin Dalla Torre, direttrice della Ripartizione Musei della Provincia, Angelika Fleckinger, direttrice del Museo Archeologico dell'Alto Adige, Catrin Marzoli, direttrice dell'Ufficio provinciale Beni archeologici, Giuseppe Broggi - presidente del Club Alpino Italiano (CAI) Alto Adige, Riccardo Cristofoletti - presidente del Club Alpino Italiano (CAI), sezione di Bolzano, Florian Trojer, settore Cultura dell'Alpenverein Südtirol (AVS), Gottfried Leitgeb, gestore di un rifugio AVS e scopritore di reperti archeologici sui ghiacciai.

Per ulteriori informazioni:

Museo Archeologico dell'Alto Adige
via Museo 43, I-39100 Bolzano. Tel. +39-0471-320114, Fax: +39-0471-320122, Mail: press@iceman.it; Web: http://www.iceman.it/; Facebook: OetziTheIceman.

FG

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