Giornata dell’Autonomia 2014

News 2015

Premio delle minoranze al Dalai Lama, riconoscimento per battaglia pacifica

"Questo premio vuole essere il piccolo riconoscimento, di un piccolo popolo, per la grande battaglia pacifica e non violenta che lei ha portato avanti". Con queste parole il presidente della Giunta provinciale Luis Durnwalder ha consegnato al Dalai Lama il Premio delle minoranze. "Sono onorato - ha sottolineato la guida spirituale del popolo tibetano - grazie a nome di tutti coloro che lottano per le minoranze".

Il Dalai Lama riceve dal presidente Luis Durnwalder il Premio delle minoranze

Il Premio delle minoranze della Provincia di Bolzano, giunto alla sua terza edizione, è stato assegnato questa mattina (9 aprile) a Tenzin Gyatso, il 14esimo Dalai Lama. Il riconoscimento è stato consegnato dal presidente Luis Durnwalder, il quale a nome di tutta la Giunta provinciale ha sottolineato il ruolo di "ambasciatore mondiale della non violenza" del Dalai Lama. "L'Alto Adige e il Tibet - ha spiegato Durnwalder - sono due terre molto diverse per storia, cultura e tradizioni, però hanno anche qualcosa in comune: da un lato le montagne, dall'altro il fatto che al loro interno vi siano delle minoranze". La situazione politica, però, è radicalmente diversa. "Ci sono Stati - ha proseguito il presidente altoatesino - i quali ritengono che le minoranze linguistiche siano una ricchezza, e non un problema, e qui sta la differenza: in Alto Adige c'è stata una lunga lotta per la sopravvivenza durante il nazi-fascismo, ma la nostra fortuna è stata di avere al nostro fianco Italia e Austria, che hanno inserito nella Costituzione la tutela della minoranza. Sappiamo, però, che in molti altri paesi minoranza fa rima con umiliazioni, oppressioni, tensioni e violenza".

E proprio sull'approccio pacifico del Dalai Lama alla questione tibetana ha posto l'accento il presidente Durnwalder. "La guerra non è mai la soluzione del problema - ha spiegato - l'unica via percorribile per il bene del popolo è quella della pace. Ci sono personalità che con la loro mitezza e il loro carattere riescono ad usare la ragione al posto delle armi per cercare di far valere i loro diritti: lei è un ambasciatore mondiale della non violenza". Consegnando il Premio delle minoranze, che prevede anche una dotazione finanziaria di 20mila euro, Durnwalder si è detto "orgoglioso di poter accogliere il Dalai Lama in una terra dove c'è pace e autonomia. Il nostro è un esempio di convivenza, ma non vuole e non può essere l'unico modello possibile. Vogliamo che sappiate - ha concluso il presidente altoatesino - che sulle Alpi c'è un piccolo popolo che ha molto a cuore la causa tibetana".

Il Dalai Lama si è detto "onorato di poter ricevere questo premio da parte di chi da anni ci sostiene", e ha ringraziato la Giunta provinciale "a nome di tutti coloro che nel mondo rappresentano le minoranze e lottano per i loro diritti". Nel suo intervento la guida spirituale del popolo tibetano ha sottolineato che "anche noi stiamo provando a raggiungere quello che si è fatto in Alto Adige, ovvero un modello di autonomia "reale", e non solo sulla carta, che si dimostra in grado di portare benefici anche dal punto di vista economico e sociale, e non solo politico".

Allargando gli orizzonti, Tenzin Gyatso ha ricordato i tre pilastri della sua vita. "Il primo è come essere umano: tutti dobbiamo impegnarci assieme affinchè si riduca la differenza fra ricchi e poveri nel mondo. Se il 20esimo secolo è stato il secolo della violenza, il 21esimo secolo deve essere quello della fratellanza. Non abbiamo altra scelta". Dal punto di vista spirituale, il Dalai Lama auspica una "migliore armonia religiosa. Le religioni hanno approcci diversi ma obiettivi comuni, e i conflitti nascono in realtà da motivazioni politiche ed economiche". Infine, l'ultimo impegno del Dalai Lama sarà a favore del popolo tibetano, con l'obiettivo di "preservarne e tutelarne non solo la cultura, ma anche l'ambiente".

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mb

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