News 2015
Il presidente Durnwalder sull'esito del referendum a Bolzano
L'esito del referendum a Bolzano, il futuro di piazza della Pace e gli scenari politici dopo il voto sono stati discussi oggi anche dalla Giunta provinciale nella seduta del lunedì. Su questi temi il presidente della Provincia Luis Durnwalder ha preso posizione nel corso della consueta conferenza stampa.
Durnwalder ha anzitutto premesso quanto fatto dalla Giunta provinciale per la convivenza in Alto Adige, specialmente per guadagnare la fiducia della popolazione di lingua italiana, e ha ricordato in tal senso gli interventi nei vari settori, dall’economia alla cultura e al sociale. "Anche per questo – ha detto – siamo rimasti delusi dell‘esito del referendum, anche se non è stato un referendum contro la Provincia." Il Presidente ha precisato che a suo parere va ora rispettato il risultato, anche se si trattava di un referendum consultivo: "La popolazione ha espresso un orientamento e in una democrazia i responsabili politici devono tenerne conto."Durnwalder ha ribadito che "questo risultato non è positivo per chi dice di voler pensare con spirito europeo sulla strada della convivenza. È invece un voto sintomo di una situazione ancora troppo radicata nel passato e dimostra che molti bolzanini non hanno ancora compreso a fondo il valore della nuova autonomia." Nella sua disamina Durnwalder ha sottolineato che "certi partiti hanno sensibilizzato la popolazione creando di fatto un clima di revanscismo e l’alternativa tra voto tedesco e voto italiano. Sono riusciti a far leva sulla paura di futuri altri cambiamenti di nome, il che è è una sciocchezza. Purtroppo però ha fatto breccia."
Come si andrà avanti? Il presidente della Provincia richiama alla responsabilità e ribadisce che "non possiamo far dipendere tutto dal nome di una piazza. Dobbiamo lavorare per risolvere i problemi quotidiani della comunità altoatesina cercando di infondere fiducia a tutta la popolazione, anche se naturalmente la collaborazione con alcuni partiti, alla luce di questo referendum, non diventerà certo più semplice." Secondo Durnwalder il clima di convivenza è stato disturbato da An, con la quale non sarà certo più facile collaborare in futuro, anche in prospettiva di governo provinciale.
Il risultato del referendum, secondo Durnwalder, non è stato un bel segnale neppure per l’Europa: "La consultazione si è ampliata e la scena internazionale si è interessata a una questione che metteva alla prova la convivenza in Alto Adige. E l’Europa ha visto che certe testimonianze e certi sentimenti appartenenti ad un’epoca passata vengono ancora vissuti e coltivati. Non si tratta solo del nome di una piazza, ma è quella sorta di monumento simbolico che persiste e cresce all’interno di qualche concittadino", ha detto Durnwalder. Il presidente si è nuovamente rammaricato "che in questo circuito si siano inseriti anche politici nazionali e rappresentativi a livello europeo: da un lato si va a chiedere scusa in Israele e dall’altro lato le stesse persone vengono in Alto Adige a difendere una situazione che appartiene ormai al passato."
Durnwalder ha concluso assicurando che la Giunta provinciale farà "tutto il possibile per consolidare ancora una volta la pacifica convivenza e la collaborazione, anche all’interno delle varie amministrazioni. Mi auguro che questo referendum non sia un esempio che inviti altri Comuni a seguire la stessa strada, perché se a una provocazione si risponde con un’altra provocazione risulta difficile anche al governo provinciale andare avanti sulla strada del consenso che sinora ha portato buoni frutti per tutti i gruppi linguistici."
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