Giornata dell’Autonomia 2014

News 2015

Presentato dal presidente Durnwalder lo Studio su scialpinisti e ciaspolatori

Il secondo Studio su sci-alpinisti e ciaspolatori realizzato dalla Ripartizione provinciale per la protezione antincendi e civile con il servizio prevenzione valanghe in collaborazione con l’Istituto provinciale di statistica (ASTAT) e l’ufficio statistiche economiche, il Soccorso alpino BRD, il Soccorso alpino CNSAS e l’Istituto per la Medicina d’Emergenza in Montagna / EURAC è stato presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Widmann.

Il presidente Durnwalder con il direttore della Ripartizione Protezione antincendi e civile, Hanspeter Staffler

Presenti all’incontro con la stampa oltre al presidente della Provincia, Luis Durnwalder, Toni Preindl, presidente provinciale del “Bergrettungsdienst”, Lorenzo Zampatti, presidente provinciale del Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico, Hanspeter Staffler, direttore della ripartizione provinciale Protezione antincendi e civile, Roberto Dinale, vicedirettore dell’ufficio Idrografico e coordinatore del         Servizio prevenzione valanghe, Hermann Brugger, direttore dell’Istituto per la medicina d’Emergenza in montagna presso l’Eurac e per l’Istituto provinciale di statistica – ASTAT il direttore di ripartizione, Alfred Aberer.

Nell’inverno 2010/11 è stata eseguita per la seconda volta in Alto Adige la rilevazione su scialpinisti e ciaspolatori raccogliendo dati e informazioni da sportivi in 22 punti di controllo per l’arco di una settimana. Il periodo di rilevamento si è esteso da lunedì 14 febbraio 2011 a domenica 20 febbraio 2011. Il censimento è stato eseguito da soccorritori volontari dei Soccorsi alpini (Bergrettungsdienst e del Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico) e da alcuni collaboratori del servizio forestale provinciale e dalla guardia di Finanza.

Obiettivo di questo censimento era quello di approfondire i risultati raccolti l’anno precedente per esaminare meglio la distribuzione di persone e gruppi nel corso di una settimana intera. È stato inoltre esaminato anche l’equipaggiamento di sicurezza degli scialpinisti e dei ciaspolatori. L’obiettivo della rilevazione era quello di approfondire alcuni aspetti messi in evidenza l’anno precedente, conseguire un’analisi del profilo settimanale degli escursionisti invernali e raccogliere, per la prima volta, informazioni più precise riguardo al loro equipaggiamento.

Tutti i risultati e dati sono pubblicati sulla pagina internet dell’ASTAT sotto la rubrica del turismo. Nel corso della conferenza stampa sia il presidente Durnwalder che gli altri esperti presenti hanno sottolineato l’importanza della rilevazione, unica nel suo genere in tutto l’arco alpino, per avere un quadro, il più completo possibile, di coloro che praticano attività sportive invernali come lo scialpinismo e le ciaspole e svolgere quindi un’attività di informazione, sensibilizzazione e prevenzione degli incidenti in montagna.

Rispetto all’anno passato la distribuzione degli scialpinisti (77,7 per cento) e dei ciaspolatori (22,3 per cento), calcolata sul profilo settimanale, è risultata leggermente spostata a favore degli scialpinisti. Si stima che nel corso di una stagione invernale vengono effettuate tra le 200.000 e le 300.000 escursioni, alle quali prendono parte da 14.000 a 20.000 persone.

Una conferma di questi valori si potrebbe ottenere tramite un’indagine più approfondita ed estesa ad un lasso di tempo più lungo, preferibilmente a tutta una stagione invernale. A seconda del tipo di disciplina praticata emergono differenti caratteristiche. Quasi uno scialpinista su due (49,9%) è altoatesino, mentre il 35,1% proviene da Germania, Austria o Svizzera.

Lo scialpinismo è dunque molto amato soprattutto tra la gente locale e tra i turisti di lingua tedesca. Al contrario, le escursioni con le ciaspole sono molto amate dagli italiani: essi rappresentano il 35,2% dei ciaspolatori. Il tema della sicurezza nella pratica di attività escursionistiche invernali va affrontato da due punti di vista.

Da una parte le persone che svolgono queste attività è opportuno si informino, per mezzo del bollettino valanghe, riguardo alla situazione valanghiva ed al grado di pericolo, dall'altra è fondamentale la dotazione di un corretto equipaggiamento.

Tre quarti degli intervistati ha dichiarato di essersi informato della situazione valanghiva attraverso il bollettino valanghe, mentre un quarto non lo ha letto. Tra gli escursionisti che affermano di aver letto il bollettino valanghe si distinguono quelli che sono a conoscenza del grado di pericolo (53,4% sul totale degli intervistati) e quelli che indicano un grado di pericolo errato (22,2%). Dall’analisi dettagliata emergono rilevanti differenze

tra scialpinisti e ciaspolatori. Mentre il 18,4% degli scialpinisti dichiara di non aver letto il bollettino valanghe, questa componente sale al 45,1% fra i ciaspolatori. Allo stesso modo risulta che il 58,0% degli scialpinisti e solo il 37,4% dei ciaspolatori conosce l’effettivo grado di pericolo valanghe. Analizzando l’effettiva conoscenza del grado di pericolo si notano ancora una volta buoni risultati degli escursionisti italiani (il 58,9% conosce il grado di pericolo).

Interessante anche il fatto che gli altoatesini (54,4%) ottengano risultati migliori rispetto agli escursionisti provenienti da Germania, Austria e Svizzera (49,6%). Per gli escursionisti provenienti da oltre confine spicca l’alto numero di persone che dichiara di aver letto il bollettino valanghe, ma poi interpreta in maniera sbagliata l’indicazione della pericolosità.

Mentre il 13,2% degli scialpinisti e dei ciaspolatori con il maggior numero di escursioni dichiara di non aver letto il bollettino valanghe, tale percentuale sale al 39,8% fra le persone con meno esperienza. Gli escursionisti che hanno letto il bollettino valanghe e che sono in grado di indicare il grado di pericolosità corretto sono in prevalenza moderatamente esperti (57,4%) o esperte (57,6%).

Appena il 43,4% delle persone inesperte possono essere considerate ben informate. In relazione all’equipaggiamento si è indagato se gli escursionisti portino con sé i seguenti strumenti: ARTVA (apparecchio per la ricerca di travolti in valanga), sonda, pala, airbag o avalung (sacca respiratoria).

L’ARTVA, la sonda e la pala fanno parte dell’equipaggiamento indispensabile per un’escursionista che si reca in montagna d’inverno. Il set di attrezzature composto da questi tre strumenti viene considerato l’equipaggiamento standard. I risultati rivelano una notevole differenza tra l’utilizzo

della strumentazione standard e quella meno convenzionale come l’airbag e l’avalung. Mentre il 75,1% degli intervistati porta con sé l’ARTVA, il 69,3% la pala e il 68,1% la sonda, appena il 3,6% degli escursionisti dispone dell’airbag e lo 0,4% dell’avalung.

Circa due terzi (65,7%) degli escursionisti sono dotati di un equipaggiamento standard, composto da ARTVA, sonda e pala. Approfondendo l’analisi in base al tipologia, alla provenienza ed al numero di escursioni effettuate durante l’inverno la situazione appare piuttosto eterogenea. Gli scialpinisti e i ciaspolatori presentano tra loro atteggiamenti quasi opposti.

Mentre l’80,6% degli scialpinisti è ben equipaggiato, solo il 13,7% dei ciaspolatori si muove con l’equipaggiamento standard. Nell’analisi dei dati si è quindi valutato quanti gruppi si sono attenuti a questa regola basilare. I risultati dimostrano che solo nel 72,1% dei casi tutti i membri del gruppo portano con sé l’ARTVA. Nei gruppi composti da due escursionisti i risultati sono addirittura peggiori (69,7%).

Nei gruppi composti da tre a cinque persone e da sei a nove persone la percentuale sale rispettivamente al 74,9% e all’80,0%. Viceversa nei gruppi formati da dieci o più persone solo nel 58,3% dei casi tutti i componenti sono dotati di ARTVA. Osservando la relazione tra equipaggiamento standard

e conoscenza del bollettino valanghe, emerge che soltanto il 41,5% degli intervistati conosce la situazione di pericolo valanghe e contemporaneamente è anche ben equipaggiato. Considerato che per evitare rischi in montagna è necessaria la combinazione di entrambi questi fattori, si deve constatare che oltre la metà degli escursionisti non rispetta gli standard di sicurezza.

Su questi aspetti della sicurezza e della prevenzione si appunterà ora l’attenzione delle organizzazioni che hanno preso parte alla rilevazione per svolgere un’intensa attività di informazione e di prevenzione. In questo ambito si inquadra anche la campagna di sensibilizzazione “Libertà e rispetto” rivolta ai praticanti degli sport invernali e promossa dall’Alpenverein Südtirol.

 

 

FG

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